Twitter: da paladino della morale censoria alla pura avidità

Twitter: da paladino della morale censoria alla pura avidità

Twitter: da paladino della morale censoria alla pura avidità. “Ma come?!”- starà protestando qualcuno – “Twitter era quella piazza di libera informazione che aveva avuto il coraggio e la forza di espellere Trump e i suoi più assidui seguaci perché portatori di ‘Fakenews’. Twitter era quella App che, per un momento, molti hanno creduto potesse imporre al tweettare un’autoregolamentazione… e invece…”

E invece, ogni volta che scegliamo un paladino, dobbiamo anche scegliere di che delusione godere. La notizia è fresca: l‘ex capo della sicurezza di Twitter, Peiter Zatko, chiamato a testimoniare davanti al Parlamento statunitense ha ammesso che l’azienda sta “ingannando il pubblico” su molti fronti.

Twitter: da paladino della morale censoria alla pura avidità. Cosa dice la testimonianza

Il testo della testimonianza è ritrovabile, per chi fosse interessato, nei documenti ufficiali della seduta, ma lo spirito e i punti salienti possono essere descritti abbastanza concisamente.

Ne esce un ritratto della piattaforma molto diverso da come i suoi paladini la volevano far passare al pubblico. Twitter sarebbe rimasto “indietro di un decennio” in quanto a standard di sicurezza base. I dati degli utenti non sarebbero in alcun modo protetti davanti ai pericoli contemporanei e, se non bastasse, l’accesso ufficiale e consentito agli stessi è stato allargato in maniera molto sospetta e indiscriminata.

Zatko aveva precedentemente presentato una memoria nella quale accusava, in 84 pagine di testo, irregolarità di ogni tipo in quanto alla sicurezza, sottolineando che molte volte le stesse erano già state notate e sanzionate dalle autorità competenti, ma che Twitter semplicemente programmava alla voce ‘spesa’ queste sanzioni.

Insomma, la testimonianza resa al parlamento inchioda Twitter come compagnia al solo e unico scopo di lucro. Le parole dell’ex capo della sicurezza in tal senso sono chiare:

Twitter: da paladino della morale censoria alla pura avidità

A Twitter interessa solo creare entrate prima di tutto. Sto rischiando la mia carriera e la mia reputazione… se ne uscirà qualcosa di buono tra cinque o dieci anni, ne sarà valsa la pena

“Dipende dal prezzo”

L’organizzazione, continua la testimonianza, non badava al trattamento dei dati, ma solo al loro prezzo di mercato. Gli stessi dipendenti di Twitter, più di una volta, erano ricorsi a lui per esprimere preoccupazione per rapporti e scambi di dati con “organizzazioni che possono essere associate al governo cinese”, creando anche i presupposti per scambio di informazioni contrario alla sicurezza nazionale.

Riportati questi dubbi a vari dirigenti di Twitter, Zatko si sentiva rispondere che sarebbe stato “problematico perdere quel flusso di entrate”.

Grazie a questa testimonianza anche le dichiarazioni di Elon Musk riguardanti Twitter prendono una nuova luce. Musk aveva infatti receduto dall’acquisto della piattaforma anche perchè avrebbe avuto “più spam e account falsi di quanto abbia ammesso”.

Dopo questa testimonianza si può supporre che la creazione di account possa essere anche interna, dubbio dettato dalla massima libertà e assenza di controllo che “metà dell’azienda” aveva nell’accedere a tutti i dati.

Quali informazioni erano sicuramente in vendita

Le informazioni che, di base, ogni utente accetta di convidere con Twitter e che sono state liberamente violate includerebbero:

Numero di telefono
Indirizzo IP – da cui è possibile trovare un indirizzo fisico.
Indirizzo e-mail
Tipo di dispositivo
Tipo di browser
Posizione da cui un utente si è connesso

Insomma, anche stavolta possiamo dire “te l’avevo detto” a chi ha visto in un’impresa ‘moralizzatrice’ e censoria del buono a prescindere.

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