Perché stanno producendo finte rocce lunari? La cittadina di Tao negli ultimi tempi ha molti visitatori inaspettati. Siamo nelle Isole Canarie, proprio a due passi dal vulcano Tamia. Tao fino a poco fa era solo un nome stradale per chi di passaggio a Lanzarote.
Ora invece si è scoperto che il terreno grigio sul quale poggia l’abitato è un basalto incredibilmente simile alla regolite che copre di detriti e rocce la superficie della luna. Riesce ad assomigliare ai reperti lunari trasportati sulla terra anche più del famoso ‘Minnesota Lunar Simulant 1 (MLS-1)‘, basalto scoperto dall’Università del Minnesota nel 1988 in una cava abbandonata a Duluth, Minnesota, e fino ad oggi miglior materiale in assoluto per simulare le condizioni lunari.
Perché stanno producendo finte rocce lunari?
L’importanza di un materiale ‘lunare’ è fondamentale per la ricerca spaziale: i laboratori basano la preparazione e i moduli per ogni spedizione su continui esperimenti. Gli attrezzi vanno testati nelle condizioni più simili possibili, le soluzioni botaniche per eventuali innesti, la resistenza dei materiali, la reazione biochimica dei componenti all’ambiente. Questi sono solo alcuni dei test per i quali tra il 1969 e il 1972 ci sono state 6 missini Apollo che hanno riportato sulla Terra circa 380 kg di suolo lunare e rocce. Tutti questi detriti sono stati protetti e curati con la massima attenzione. Una intera missione lunare può avere successo grazie a queste rocce.
“Servono materiali che replichino le proprietà fisiche, chimiche e minerali della regolite lunare, non solo per vedere come hardware come veicoli spaziali e tute spaziali potrebbero far fronte all’ambiente lunare, ma per verificare se sia possibile coltivare cibo sul suolo lunare o usarlo per fabbricare materiali da costruzione per la costruzione di future basi lunari.” (Nasa)
Perché la scoperta di Tao è fondamentale
La scoperta di Tao potrebbe ricoprire molta importanza. Le ambizioni della Nasa sulle prossime spedizioni lunari sono molto alte e, soprattutto, prevedono periodi di permanenza molto più lunghi di qualsiasi altro viaggio mai (anche solo) ipotizzato. Per questo motivo la corsa ai simulanti lunari è ormai lanciata!
Già a metà anni ’90 erano state create circa 20 tonnellate di JSC-1, uno dei primi simulatori di regolite lunare veritiero. Era sviluppato presso il Johnson Space Center a partire dalle ceneri basaltiche delle bocche vulcaniche sul fianco sud del cratere Merriam in Arizona. Rimase il miglior simulante fino alle nuove generazioni dopo il 2005, “NU-LHT“, realizzati con rocce di anortosite e norite provenienti dalla miniera di Stillwater nel Montana.
Come avrete capito, più simile al suolo lunare è il materiale di partenza, migliori simulanti possono essere prodotti modificandolo. E il caso di Tao ha riaperto la corsa al miglior simulante.
Una produzione nuova per progetti antichi
Ecco quindi che tonnellate di simulante lunare stanno venedo prodotte dagli Exolith Lab per ipotizzare e testare la possibilità di un insediamento permanente sulla Luna. Il problema maggiore sul quale i simulanti stanno venendo testati è la possibilità di scavi lunari per attingere alle risorse prime già presenti sul satellite, ma sotterranee.
Insomma, una scoperta che potrebbe rendere effettivo un progetto ormai antico.