Museo della Shoah di Roma: dichiarazioni imbarazzanti e incompetenza. Stavolta sarebbe ufficiale (ma non esultate troppo, è stato ufficiale anche altre volte). Roma avrà il suo museo della Shoah. Questa, che sembra una storia di ‘normalizzazione’ della capitale italiana, a sentire il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, è però una storia che può essere raccontata in due modi.
Primo modo di raccontare la nascita del museo della Shoah di Roma (modo ufficiale)
Un progetto fortemenete voluto dai governi che si sono susseguiti negli anni. I lavori stoppati per colpa della pandemia ma, finalmente, con il nuovo governo, “in appena tre mesi siamo riusciti a predisporre il provvedimento che è stato approvato dal Consiglio dei ministri, con uno stanziamento di 10 milioni di euro per cominciare a realizzare nella nostra capitale, a Roma, il museo dell’olocausto” (Sangiuliano).
Il Consiglio dei Ministri non solo ha dato il via libera, ma ha anche predisposto i finanziamenti. Il progetto è affidato a Luca Zevi e l’area sarà quella di Villa Torlonia, lungo la via Nomentana.
“Il museo della Shoah è presente in tutte le grandi capitali d’Europa e mi sembrava doveroso che si realizzasse anche nel nostro Paese” (Sangiuliano)
Secondo modo di raccontare (a modo nostro)
E’ il 1997. Per chi non fosse bravo con i conti (o avesse paura a farli), si tratta di 26 anni fa. E’ questo l’anno in cui viene annunciato la prima volta il progetto. Se ne discute e si rimanda fino al 2005, anno di Veltroni che annuncia ufficialmente l’inizio dei lavori (e siamo a 18 anni fa). E’ qui che viene acquistata Villa Torlonia.
Nulla… nulla fino al 2013 (e siamo a 10 anni fa), quando finalmente viene affidato l’appalto. No, troppo veloce, e nel 2014 si ferma tutto e si ripensa il progetto all’Eur. Nel 2015 lo si annuncia di nuovo a Villa Torlonia. L’anno successivo bloccato tutto, ma Raggi annuncia che sta partendo a settimane (siamo a 7 anni fa).
Nel 2019 nuovo annuncio: iter finito, lavori stanno iniziando… ma il Covid ferma tutto! Tranne che nel 2020 si sta parlando ancora di fiducia nelle procedure amministrative e burocratiche….che strano, credevamo fossero superate quando è arrivato il Covid…
Settembre 2021 apertura del cantiere e posa ufficiale della prima pietra (e siamo a quasi 3 anni fa). Ed eccoci arrivati a Marzo 2023 con il nuovo incredibile annuncio… “incredibile” forse è il termine più esatto, e dopo le roboanti parole del Ministro arrivano anche quelle di Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, un po’ meno roboanti:
“Il sostegno affinché Roma abbia finalmente un museo della shoah speriamo rappresenti un impulso per fornire definitivamente risposte da parte dell’amministrazione in merito alla sua realizzazione che auspichiamo sia celere. Servono tempi certi e scelte realizzabili“
E ora un po’ di polemica. Museo della Shoah di Roma: dichiarazioni imbarazzanti e incompetenza
E’ davvero quella la frase migliore che può uscire da un ministro della Cultura sulle ragioni per costruire un museo della Shoah? Un concetto tipo “L’hanno tutti, dobbiamo averlo anche noi”… davvero?!
E “quello che hanno tutti” ha due differenze molto importanti da quello che costruiremo noi, se mai lo costruiranno: prima di tutto non ha una storia così imbarazzante alle spalle, ma viene fuori da un pulsione dell’ultima generazione bellica e post bellica. Il fatto che siano stati costruiti senza tanti problemi la dice lunga.
Seconda differenza: quei musei rispondono a dinamiche vecchie. Per imitarli dovrebbero guardarsi le nuove dinamiche museali, come erano nuove quelle che al tempo hanno spinto alla costruzione degli altri poli museali dedicati alla Shoah.
Oggi il museo è espanso, si intrufola nella vita sociale e urbana in modi differenti da un palazzone abbandonato che nessuno visita, tranne le scolaresche che rinuncerebbero volentieri alla merenda pur di non annoiarsi tanto.
Sono pessimista? Sì, secondo me uscirà, se mai uscirà, un luogo morto più adatto a dimenticare con la coscienza pulita che a ricordare. Incompetenza nel merito e nella pratica, questo vedo.