San Daniele, Friuli Venezia Giulia – 1610.
Per appassionarsi alla storia di Marta non si deve per forza amare il mistero, l’occulto o che ne so, la stregoneria.
La storia di Marta Fiascaris affascina, rapisce e conquista per la sua forza e genuinità, per la sua particolarità d’essere una storia locale ma al tempo stesso globale.
Siamo nell’inquisizione del ‘600. Quell’inquisizione che non fa più vittime, che non brucia le streghe al rogo, per paura di alimentare la necessità del popolo di adorare i propri santi e i propri profeti. Qui si aspettava soltanto che il tempo facesse il suo corso, che le persone venissero dimenticate, che gli ardori dei presunti miracoli si affievolissero, per poi svanire. Proprio come è successo a Marta… Ma facciamo un passo indietro.
Sono venuta a conoscenza della storia di Marta partecipando ad un concerto quest’estate proprio a San Daniele. Un concerto per voce e Straordinarius (strumento creato appositamente per le performance legate al progetto di Marta) in una chiesa.
Uno spettacolo molto particolare e intenso sia nell’allestimento che nella performance, così colpita dalla bravura del musicista Davide Ceccato, e dalla voce intensa e magnifica della cantante Laura Giavon (che dava anche la personificazione di Marta) ho deciso di approfondirne la storia.
La storia di Marta Fiascaris
Marta cresce nella comunità ebraica vivace e organizzata di San Daniele in cui anche le bambine possono accedere all’istruzione, imparando così a leggere e a scrivere, acquisendo un discreto livello culturale.
Già da giovanissima Marta afferma di avere visioni estatiche, in cui il Cristo le appare come sposo, dice di vedere le anime dei morti e di poter intervenire sulla loro condizione nell’aldilà.
Molti iniziano a rivolgersi a lei per avere notizie dei propri defunti.
Intorno a lei si concentra un gruppo di donne devotissime, soprattutto madri di bambini morti prima di essere stati battezzati e che Marta rassicura dicendo loro che andranno in paradiso. Iniziano così a venerarla come una vera e propria Santa.
Una “Santa viva”, una donna reale a cui ci si può rivolgere per avere un conforto e una rassicurazione.
La voce del suo dono si sparge così rapidamente che nel 1649 i Gesuiti di Trieste inviano una denuncia all’inquisitore, riferendo che il messaggio di Marta porta turbamento e disordine nei conventi femminili della città…
Così un anno dopo, Marta viene arrestata a Udine e sottoposta al processo dell’inquisizione per simulata santità.
“Ho scoperto la storia di Marta quasi per caso, nel novembre del 2015. Si diceva che avesse scritto un vangelo di suo pugno. Non potevo non incuriosirmi: avevamo trovato una storia. Così sono andato in biblioteca Guarneriana a San Daniele, chiedendo di vederne il codice. Mi è stato messo davanti un faldone di più di mille pagine quasi impossibile da comprendere, così a malincuore, decisi di rinunciare.” Racconta Alessandro Di Pauli ideatore e regista del concerto “Marta” insieme a Paolo Nikli.
Ma come si fa ad abbandonare una storia così e a non raccontarla?
Infatti non si può…
Grazie ad una serie di fortunate (usiamo questo termine) coincidenze, Alessandro incontra una figura chiave, che a casa sua possiede già le trascrizioni integrali del processo di Marta e può aiutarlo a raccontarne la storia.
E così è stato.
Marta viene accusata di essere solo una femmina pazza, diventando così protagonista a suo malgrado di interrogatori estenuanti e di un processo molto lungo. L’attenzione non si spense sul caso di Marta, in un andirivieni di testimonianze, accuse, deposizioni spontanee, soprattutto di donne.
C’era chi le confessava una totale dedizione e chi ne auspicava la morte.
Matta, invasata, eretica strega.
L’8 gennaio del 1653, stremata dagli interrogatori, Marta abiura e viene condannata a 10 anni di carcere. Tre anni dopo viene rimandata a San Daniele dove si ammala e muore in solitudine nel 1672.
Il progetto MARTA
Alessandro Di Pauli insieme a tutto il collettivo di Mateârium e ai Servi di Scena, affascinati e rapiti dalla storia di Marta, decidono di realizzare un progetto dedicato a Marta, che oltre al concerto prevedeva anche la creazione di un podcast, che diviene un’occasione di riflessione sulla scrittura, ricca di infiniti spunti.
La particolarità di questo podcast è proprio quello di intrecciare insieme il racconto della storia di Marta con il lavoro di scrittura e di drammaturgia di Mateârium.
Perché raccontare la storia di Marta oggi?
“Perché è una storia eroica locale, fatta di religiosità primordiale e di misericordia universale. È un lavoro che ha impegnato e appassionato drammaturghi, ricercatori universitari, consulenti, storici, critici… tantissime persone hanno lavorato a questo progetto, non solo per quanto riguarda la parte dedicata al podcast, ma in generale. È una storia che ci ha appassionato e coinvolto, portandoci nel mondo di Marta, immaginandola predicare o durante gli interrogatori del processo…” ci racconta sempre Alessandro Di Pauli.
Abbiamo raccontato la storia di Marta su NonSoloWork, perché ha una forza e una potenza uniche.
Marta è una donna che in pieno ‘600 non si cura delle limitazioni e del dogma della Chiesa per esprimere sé stessa, raccontando le sue visioni e i suoi dialoghi con le anime dei defunti.
Una donna scomoda che è stata fatta tacere, perseguitata e additata come matta e strega.
Una storia di un tempo, ma che per i nostri occhi appare senza tempo, perchè di donne perseguitate per i propri ideali e credo, purtroppo, ne è pieno anche il mondo contemporaneo.
MARTA|8 riflessioni sulla scrittura – Ascolta qui il podcast
testi e voci di Alessandro Di Pauli & Stefania Ursella
musiche originali: Matteo Sarcinelli, eseguite da Davide Ceccato e Laura Giavon
prodotto da: Servi di Scena e Mateârium
ospiti delle puntate: Giuliana Ancona, Dario Paolo D’Antoni, Dario Visintin, Barbara Vuano, Meri Ziraldo
realizzato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e Associazione Culturale Saltarello
MARTA concerto per Voce e Straordinarius
voce: Laura Giavon
Straordinarius: Davide Ceccato
composizione: Matteo Sarcinelli
ideazione e regia: Alessandro Di Pauli e Paolo Nikli
prodotto da: Servi di Scena e Mateârium
disegno luci: Angela Vanone e Patrick Platolino – abiti: Emmanuela Cossar – grafica: Stefania Ursella – riprese video: Stefano Giacomuzzi – foto: Claudio Cescutti – organizzazione logistica: Elena Scano – comunicazione: Alessandro Di Pauli
collaborazione creativa: Miriam Paschini, Meri Ziraldo, Adrianna Bardi, Mattia Giacchetto, Emma Langelotti, Patrick Platolino, Elena Scano, Caterina Sanvi, Stefania Ursella
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