La Natività di Caravaggio che finì mangiata dai maiali. Oggi vi raccontiamo una storia che gli addetti ai lavori conoscono bene ma che molti interessi, tanto pubblici che privati, vogliono fare dimenticare. Questa è la storia di come, probabilmente, una delle opere principali di Caravaggio è stata mangiata da dei maiali.
La storia della Natività di Palermo
Prima di tutto presentiamo questo capolavoro: Caravaggio, Michelangelo Merisi, nell’anno 1600 ha 29 anni. E’ già a Roma, scappato 6 anni prima dalla Lombardia per la prima delle sue «discordie» (come le definisce il Bellori). Nella capitale papalina trova il sostegno del cardinal Francesco Maria del Monte, probabile conoscente di famiglia, e attraverso la sua presentazione entra nella committenza romana.
È un mercante senese, Fabio Nuti, a commissionargli un’opera “cum figuris” della grandezza di 12 × 7/8 palmi. Il mercante ha importanti affari con l’oratorio di San Lorenzo a Palermo, e il quadro viene pensato proprio per l’altare maggiore per celebrare il culto di san Lorenzo e san Francesco.
Caravaggio realizza allora la Natività (Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi), che viene poi portata a Palermo. In passato si credeva che l’opera fosse stata direttamente eseguita nella città siciliana per i contatti che il pittore avrebbe avuto con la compagnia dei Bardigli e dei Cordiglieri, ma oggi, grazie a documenti ritrovati nel 2010, si mette in dubbio anche che Caravaggio sia mai passato a Palermo.
La Natività resterà sull’altare maggiore per 369 anni, fino al 1969.
Il furto
La notte tra il 18 e il 19 Ottobre del 1969 l’opera viene rubata. Il furto è quanto mai semplice: un camioncino della frutta si accosta alla chiesa, il gruppetto di ladri taglia la tela e lascia il telaio sull’altare con ancora dei brandelli di tela recisa attaccati.
Le indagini
Il furto sembra subito molto particolare: la Natività è una delle opere più famose al mondo, è intoccabile, invendibile, ingodibile. L’azione è stata commessa senza dubbi su commissione, ma di chi?
A indagare subentrano anche le forze speciali dell’FBI (che tutt’oggi pongono il furto del quadro sul podio della Top Ten FBI Art Crimes). La pista più battuta è subito quella mafiosa e gli inquirenti rintracciano un antiquario trafficante di opere d’arte, oggi deceduto, che avrebbe acquistato l’opera l’anno successivo per portarla in Svizzera e farne completamente perdere le tracce.
Tuttavia ogni pista sembra cieca, e i riscontri non combaciano.
La scioccante rivelazione: la Natività di Caravaggio che finì mangiata dai maiali
Il 9 Dicembre 2009 il pentito Spatuzza sembra chiudere ogni speranza di ritrovamento.
“Ho saputo da Filippo Graviano nel carcere di Tolmezzo intorno al 1999 che il quadro era stato distrutto negli anni Ottanta. La tela era stata affidata ai Pullarà (capimafia della cosca di Santa Maria di Gesù), i quali l’avevano nascosta in una stalla, dove era stata rovinata, mangiata dai topi e dai maiali, e perciò venne bruciata”.
Il furto sarebbe stato commesso non per interesse economico ma come leva di scambio. Gli anni sono quelli degli accordi Stato-Mafia, e ‘rapire’ un simbolo della città di Palermo vuole dire avere una carta in più da mettere sul tavolo delle trattative. E’ la stessa strategia che pochi anni dopo sarà consigliata proprio dai siciliani a Felice Maniero, che a Padova ruberà la reliquia di Sant’Antonio per ottenere favori dagli apparati pubblici.
La tela di Caravaggio viene così sequestrata, ma qualcosa evidentemenete va storto nelle trattative. Rimane nelle mani della Mafia che si accorge di non poterla vendere. Viene arrotolata e portata senza alcuna protezione in una stalla fuori città. I maiali l’hanno divorata.
Possibile che Spatuzza si sbagli?
Resta la possibilità che il pentito abbia confuso le opere. Già Francesco Marino Mannoia negli anni ’80, durante il processo a Giulio Andreotti, aveva rivelato che l’opera era stata subito danneggiata gravemente dai ladri e distrutta, ma gli inquirenti ricostruirono tale vicenda come relativa al furto di una tela di Vincenzo da Pavia, rubata nello stesso periodo da una chiesa vicina.
Nel 2017, poi, il pentito Gaetano Grado afferma che l’opera fu portata da Gaetano Badalamenti in Svizzera per essere venduta a pezzi sul mercato clandestino.
Voler dimenticare
Immaginare l’opera di Caravaggio mangiata dai maiali è raccapricciante. Sinistro è invece l’atteggiamento che le istituzioni tengono a riguardo. Nella chiesa di Palermo da ormai più di 50 anni c’è una copia, ma in verità pochi lo sanno. Non c’è una indicazione chiara a tal riguardo, del furto spesso non si parla proprio e l’opera è studiata come fosse l’originale. L’inchiesta, parlando di trattative, è secretata e dagli anni ’80 in poi non se ne è voluto parlare molto. La voglia di dimenticare come le trattative con la Mafia distruggano anche il nostro passato è voglia di non sapere.
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