La dieta vegana fa bene ai bambini? Si è concluso un round di studi iniziato nel 2018 del quale ci informa la Bbc. Per la prima volta si sono potute osservare le fasi di crescita di gruppi di bambini vegani e non e mettere a confronto i dati.
Far crescere i nostri figli in maniera vegana è salutare? Il dibattito non è certo nuovo, e ogni giorno possiamo trovare sulla rete articoli, video, interviste e tavole rotonde capaci di convincerci in ugual modo delle posizioni più opposte. Con questo articolo non vogliamo assolutamente entrare nel dibattito, e ci piacerebbe che la voce fosse data solo agli esperti. Vogliamo solo portare qualche dato che ci aiuti ad affrontare il mare di informazioni nel quale possiamo imbatterci.
‘Stile’ vegano in aumento
E’ un dato di fatto che lo ‘stile’ vegano sia in aumento. Non è solo una moda delle classi agiate cittadine. Quando i dati parlano di “aumento” stanno riferendosi a interi continenti in cambiamento. L’india, per esempio, ha una forte tradizione di consumo quasi unicamente di vegetali, e in breve tempo la scelta vegana sta conquistando intere classi sociali del subcontinente. Abbiamo esempi di scuole autorizzate ad esserlo e a imporlo agli studenti, veri e propri ritrovi di centinaia di migliaia di cultori, e intere filiere casearie costrette a ridimensionare la produzione.
Nell’Occidente ricco invece il veganesimo passa attraverso gli hashtag, le campagne social, i ritrovi e i ristoranti di un certo livello. Non si può parlare di una tradizione o di una storia sociale in tal senso, e un forte dibattito rimane incentrato sulla pericolosità del far aderire i minori in fase di sviluppo a questa scelta.
Pro e contro della dieta vegana sui bambini, lattanti e non
“Lattanti e bambini crescono e si sviluppano rapidamente (soprattutto durante l’infanzia) e hanno un fabbisogno molto elevato di determinati nutrienti pur avendo uno stomaco relativamente piccolo. Ciò significa che gli alimenti che ricevono dovrebbero avere il massimo dei nutrienti e abbastanza energia in un volume relativamente piccolo” (Mary Fewtrell, professoressa di nutrizione pediatrica, Great Ormond Street Institute of Child Health, University College di Londra)
Concentrandosi sui lattanti, molti esempi nel mondo hanno portato l’attenzione verso una malnutrizione legata alla scelta vegana. Questo perché il bisogno di alti livelli di calcio nelle primissime fasi della vita (garantito dal latte materno) non è una condizione negoziabile. Ha fatto parlare nel mondo il caso di Milano del 2016, con un bambino di un anno dal peso equivalente alla fascia dei tre mesi e livelli di calcio a mala pena sufficienti alla sopravvivenza, o Belgio 2017, con la morte dell’infante per denutrizione.
I bambini poco più cresciuti invece rientrerebbero in una fascia più protetta davanti a scelte del genere. Aspetti positivi di una dieta vegana in giovane età sarebbero la diminuzione drastica di rischi cardiovascolari e legati alla presenza di colesterolo. A controbilanciare ci sarebbe un minore sviluppo della massa ossea a confronto dei coetanei e un raggiungimento leggermente ritardato della pubertà. Questo ultimo aspetto, in verità, viene poi sottolineato come ambivalente: distaccarsi volontariamente dallo spontaneo sviluppo biologico non è mai un bene, tuttavia la pubertà ritardata permette una fase di crescita più prolungata e, nel lungo periodo, forse più vantaggi che svantaggi. Tuttavia la minore densità minerale ossea resta molto preoccupante, soprattutto in vista dell’età avanzata, rendendo il soggetto più vulnerabile a patologie come l’osteoporosi.
Prevenzione e dati complessi
Questi pericoli della dieta vegana, tuttavia, sono affrontabili (discorso sospeso per i lattanti). La precauzione maggiore deve essere il rifornimento di vitamina B12, sotto forma di integratori e cibi fortificati. Uno studio longitudinale su bambini tra i sei mesi e otto anni negli Stati Uniti non ha trovato differenze clinicamente significative nella crescita o nello stato nutrizionale tra bambini con e senza dieta vegana, solo una tendenza al sottopeso (che non va comunque sottovalutata).
A fianco di questi dati devono poi essere messi anche i rischi di una scelta onnivora, dati necessari per una visione consapevole e informata. L’allevamento intensivo porta alte concentrazioni di estrogeni nel latte, per esempio, che influenzano pesantemente la crescita.
Una sorpresa inaspettata
Un’ultima sorpresa data dagli studi fatti negli ultimi 3 anni svela infine un inaspettato risvolto: I bambini coinvolti nella scelta vegana dai genitori sono molto spesso forti consumatori di cibo spazzatura (sempre vegano, s’intenda). La perizia che trovano in casa non tiene il passo con i gusti forti e i colori del marketing aggressivo delle multinazionali del fast food. Se tutti i bambini ne sono attratti, gli studi riscontrano maggiore tendenza a “sfogarsi” laddove c’è forte disciplina domestica.