La casa del futuro alla Milano Design Week. La Milano Design Week anche quest’anno apre le porte di tantissimi spazi privati della capitale lombarda. Oggi ci interessa scoprire cosa c’è al MEET Digital Culture Center, dove è stato preparato Tomorrow Living, una mostra che presenta al visitatore gli spazi da abitare del futuro, intrisi di tecnologia e Intelligenza Artificiale.
Vediamo insieme cosa ci aspetta.
Il futuro dell’abitare: la tecnologia come ‘ambiente’
Nell’esposizione assistiamo a un documentario curato da Robert Thiemann, direttore di Frame magazine, e l’installazione immersiva The Global Home, creata dallo studio multidisciplinare Space Popular.
“Come cambierà l’abitare? Come il design e la tecnologia ne definiranno gli ambienti?” Queste sono le domande affrontate dal documentario, alle quali rispondono 30 influencer, designer, artisti, scienziati e architetti (Carlo Ratti, Krista Kim, Marjan Van Aubel, Michele De Lucchi, Benjamin Hubert, Pascale Fung, per citarne alcuni). Le opinioni girano intorno a un concetto unico: la tecnologia come ambiente.
I nuovi sistemi di intelligenza artificiale, i dispositivi e le interconnessioni come un tessuto onnicomprensivo che faccia interagire le persone con le cose, la natura e le altre persone. La tecnologia che tende a imporsi come esperienza del mondo facilitandoci e facendo attenzione al nostro benessere psico-fisico.
La casa del futuro alla Milano Design Week
La casa in particolare è vista come un luogo che cambia a seconda delle disposizione di chi la abita. Luci, calore, servizi e atmosfere che cambiano se si lavora, se si ci diverte, se si fa fitness o ci si rilassa. Una casa responsiva e intuitiva.
“L’attenzione sta passando da quello che possono fare i singoli dispositivi (smartphone, smartwatch, tablet, smart TV) a come questi si intrecciano e si sommano formando un super sistema interconnesso, coeso e continuo. I dispositivi intelligenti potenziati dalle capacità sensoriali e di elaborazione dei dati dell’AI possono: percepire i comportamenti dell’utente, estenderne i sensi, monitorarne lo stato di salute, capire le sue emozioni e perfino anticiparne i bisogni. Le interazioni ed esperienze diventano profondamente personalizzate e individuali, gli ambienti sempre più empatici” (Brugnoli, Chief Design Officer, Huawei Milan Aesthetic Research Center)
L’installazione immersiva The Global Home ci presenta invece una fuga di ambienti collegati tra loro attraverso una tecnologia discreta. L’esperienza degli spazi passa attraverso la loro connessione tecnologica e la lettura del visitatore. L’abitare che inizia a dipendere anche strutturalmente dall’abitante. Gli spazi cambiano, si allargano e si restringono in base ai movimenti e ai desideri di chi li percorre.
Il tutto naturalmente non può più prescindere dalla sostenibilità nei materiali, cifra di qualsiasi progresso del design. In tal senso il rapporto con le cripto valute, oggi un po’ in difficoltà, viene ristabilito facendo dell’attendibilità dei dati della Blockchain la reale carta d’identità dei materiali (provenienza, caratteristiche e manifattura).
Un nuovo concetto di quartiere
E se le case si modellano sui bisogni e gli stati degli abitanti, le stesse unità abitative dialogheranno tra loro per offrire all’isolato, al quartiere o alla zona una serie di servizi mirati e confortevoli. Unendo poi gli output e gli sprechi di ogni abitazione si può arrivare a sistemi di raccolta energia e riutilizzo in grado di combattere lo smog nel territorio, abbattere le micropolveri e creare sistemi di raccolta e riutilizzo scarti comuni.