All’alba del 1987 una certa Gro Harlem Brundtland, con una frase, gettò il primo seme di qualcosa mai pensato prima di allora : «Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.» Una definizione incontrata più volte, evoluta nel tempo, che ha creato non pochi dubbi e aperto questioni ancor oggi dibattute.
Ma cosa significa “essere sostenibili” oggi, al di là delle teorie, dei modelli imprenditoriali, degli indicatori o dei modelli di consumo?
Di certo è un concetto grazie al quale molte cose sono cambiate; un concetto che ci ha guidato verso altri punti di osservazione e altri schemi di intervento, modalità più semplici in cui la parola d’ordine è responsabilità.
Essere sostenibili significa modificare abitudini, abbracciare nuove sfide, ritrovare una flessibilità mentale e un’attitudine alla vita differente, sconfiggere un “modus operandi” col quale, per anni, abbiamo navigato nel mare della “civilizzazione” producendo sicuramente sviluppo ma anche molti danni, alcuni irreparabili.
È per questo che operare in modo sostenibile, pur con tutti i validi strumenti a disposizione, rappresenta, per la maggior parte di noi, uno sforzo immane, un impiccio. Quindi, se il cambiamento lo si vede come uno impegno smisurato, cosa ci potrebbe spingere ad abbracciarlo? Perché dovremmo cambiare? La risposta è chiara : per una degna sopravvivenza dei nostri figli. È per loro e la loro futura necessità di salvaguardia che siamo chiamati, già ora, ad essere sempre più sostenibili, uomini più evoluti. È per loro che dobbiamo uscire dall’indifferenza che ci ha caratterizzato per anni. Tutto possibile, iniziando un nuovo percorso, intraprendendo una via più responsabile, una nuova prova che ci costringe a partire da noi stessi.
Al diverso modo di fare impresa, con attenzione al territorio e alle sue risorse, corrisponderà – di contro – un cambiamento della nostra mentalità e operare in modo sostenibile, non sarà più una regola da applicare, tradurre e implementare, ma sarà il percorso che ognuno di noi farà fino al delinearsi di una nuova umanità.
Quell’essere sostenibile, cui oggi tendiamo, non si sforzerà più di chiedersi come fare a creare sviluppo senza produrre danni ai suoi simili, al pianeta e ai più indifesi, poiché operare in modo sostenibile sarà parte dell’essere stesso e operare in modo contrario sarebbe come operare contro natura.
Tra Aziende, Comunità, Territori in competizione, vincerà chi saprà integrare la sostenibilità nel pensiero, nelle strategie e nella pratica. Ci troveremo a consolidare un processo già in atto che spinge a lavorare, consumare e vivere in un modo più evoluto, con energie più elevate in grado di soddisfare i nostri nuovi bisogni di sviluppo, senza compromettere quella delle generazioni future. Sarà allora che verrà completamente soddisfatta la visione iniziale che ha mosso tutto.
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