I lavori sconosciuti di Frida Kahlo

I lavori sconosciuti di Frida Kahlo

I lavori sconosciuti di Frida Kahlo. Tutti ormai sappiamo riconoscere dal semplice sopracciglio Frida Kahlo. Per la nostra contemporaneità è diventata simile agli occhiali tondi di John Lennon (confusi ormai dai più giovani con quelli di Harry Potter), al girocollo e jeans di Steve Jobs, al khadi di Ghandi.

Quello stesso modo stereotipato e ripetitivo di ridurre Frida Kahlo a delle sopracciglia su una tazza per la colazione lo troviamo nel marchio della Coca Cola, nella freccia arancione di Amazon, nella mela di Apple. Frida Kahlo è entrata nel marketing come simbolo e, questo, veramente l’avrebbe odiato profondamente (prima di tutto in maniera ideologica).

Le mostre sulla sua opera sono quanto di più attendibile si possa trovare oggi: il pubblico entra nei musei per vedere ciò che già è convinto di sapere, anticipa il proprio occhio e si immedesima in una figura iconografica.

I lavori sconosciuti di Frida Kahlo

Spero sempre di trovare una esposizione che invece non tratti dei soliti quadri, che non riporti sul cartellone il suo autoritratto, che esplori un lato pittorico diverso dal periodo che ormai la contraddistingue.

Ecco perché l’uscita del libro “The Complete Paintings” (scritto dallo storico dell’arte messicano Luis-Martín Lozano, in collaborazione con Andrea Kettenmann e Marina Vázquez Ramos) potrebbe essere una occasione per rivedere un’artista con occhi nuovi.

Nel catalogo sono presenti 152 opere, anche inedite o trascurate dell’artista. Finalmente opere che il grande pubblico non ricondurrebbe immediatamente alla ‘loro’ Frida. Il successo che avrà questo libro dipende da moltissimi fattori, ma dà occasione di mostrare immagini intense, di dubbio e ricerca, di esplorazioni in stili pittorici contrastanti, di fallimenti.

I lavori sconosciuti di Frida Kahlo

Frida Kahlo: le sue opere iconiche

Non c’è dubbio che la fama delle opere più note sia, a prescindere, giustificata: vivono la potenza e il dramma in modo viscerale. Morta nel 1954 a 47 anni, ben un terzo dei suoi lavori sono autoritratti che parlano del dolore di una vita dopo l’incidente a 18 anni, dell’aborto spontaneo, dell’impossibilità di muoversi dal letto, delle trasfusioni. Eppure, tra gli strappi fisici emerge la passione bevuta a grandi e violente sorsate, quella amorosa e delle amicizie, la libertà di voler girare il mondo, di avere spinta politica, di combattere.

Il tutto guardando dritto negli occhi l’osservatore, imponendosi e non lasciando mai cadere lo sguardo, facendosi riconoscere come per iniziare una battaglia a sassate e frecce.

I lavori sconosciuti di Frida Kahlo

E’ ora di rivisitare il suo lavoro

Proprio questa biografia che l’ha resa paladina di un femminismo mal posto (opinione personale) è ciò che ha reso difficile rivedere il suo catalogo negli ultimi anni. L’attenzione incessante sulla persona piuttosto che sulla produzione è diventata un ostacolo a ogni proposta curatoriale che non avesse le sopracciglia in bella mostra.

La maggior parte delle persone alle mostre, sono interessate alla sua personalità: chi è, come si veste, con chi va a letto, i suoi amanti, la sua storia (…) Ripeti le stesse cose e venderà, perché tutto di Kahlo vende. È un peccato dirlo, ma è diventata una merce. Questo spiega perché (mostre e libri) non lo fanno: andare oltre, non ne hanno bisogno” (Luis-Martìn Lozano).

Oltre a veri errori di datazione, comprensione del soggetto o attribuzione (inevitabili in un lavoro superficiale di curatela), “Il livello interpretativo si contamina (…) tutto quello che dicono dei dipinti, più e più volte, è ‘oh è perché amava Rivera’, ‘perché non poteva avere un figlio’, ‘perché è in ospedale’. In alcuni casi, è vero, ma c’è molto di più in questo” (Lozano).

I lavori sconosciuti di Frida Kahlo

I lavori sconosciuti di Frida Kahlo

Ecco che questa pubblicazione di oltre oceano ci dà la possibilità di vedere interi settori della ricerca di Frida Kahlo sconosciuti (alcuni mai recensiti prima di questo libro! Come affermano gli autori, non per difficoltà nel ritrovare le fonti, ma per puro disinteresse del pubblico).

In particolare escono vincenti le nature morte che l’autrice fece per tutta la vita in modo parallelo agli autoritratti. Il simbolismo delle piante e dei frutti esce vigoroso dalle sua lettere private: una vera ricerca di senso al di fuori di se stessa.

Il fiore come ricordo dell’eden, come segno di un movimento che ci ha visti uscirne armati del solo corpo fisico. La frutta come apparizione sensuale della vita attraverso succhi che si seccano e svuotano. Alla sorella Margarita scriverà sempre numerose lettere su queste valenze allegoriche, sulla sua prossimità con i fenomeni della terra.

Dall’altra parte c’è tutta la ricerca pittorica da riscoprire (se proprio non da rivalutare). I quadri di Frida Kahlo non sono solo proiezioni di una vita, ma vivono anche della ricerca pittorica durata anni, degli errori, dei ripensamenti e delle mode che volle sperimentare. Modernismo, Stridentismo, Cubismo, Surrealismo, queste sono tappe della sua ricerca che la identificano come professionista dell’arte.

I lavori sconosciuti di Frida Kahlo

Riusciremo a veder con altri occhi Frida?

Non è dato sapere se riusciremo a staccarci da Frida come articolo da mettere sulla cartella delle superiori. A differenza poi degli autori del libro, personalmente credo che questa misconoscenza della pittrice sia stata anche colpa di Frida stessa, non solo di noi contemporanei che mercifichiamo tutto. Nella sua vita volle unirsi intimamente al movimento internazionale comunista. Questa scelta portò il suo nome di bocca in bocca in tutto il mondo, ma al contempo asservì ogni sua azione a un ‘fine più alto’.

La sua opera fu vista sempre come “rivoluzionaria” (nel senso marxista del termine), e lei accettò che, per la prima volta, la qualità pittorica intrinseca del suo lavoro venisse oscurata da un messaggio altrui. La sua opera, presentata come manifesto di un movimento (anche se aveva qualità e intenti diversi da un Rivera), perse la lettura rivolta al singolo, per parlare alla collettività.

Le sue sopracciglia sopra la tazza della colazione non sono certo ciò che avrebbe voluto, anzi, ma stiamo sempre attenti a dare al pubblico qualcosa di delicato, non ci verrà più restituito.

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