FUTURE POWER – Una vera e propria “mission”  4.a parte

Siamo al quarto e ultimo appuntamento con questa straordinaria realtà nel mondo dell’economia circolare, integrata al territorio. Assecondando un’intuizione, abbiamo voluto parlare di Future Power che si è rivelata un mondo ricco di spunti per consentire un salto di qualità, verso un mondo più vivibile.

Ma quale passo è necessario perché tutto questo si sviluppi su larga scala?

«Non può esserci cambiamento senza nuova consapevolezza e questo passa anche da un acquisto consapevole. Tutti, nel fare la spesa dovremmo dire con forza “rifiuto il rifiuto”, e quindi rifiutare imballi di plastica o polistirolo che generano rifiuti così numerosi da non poter rientrare in questo ciclo virtuoso. Il tentativo che abbiamo fatto, con il brevetto dei vasi, è stato anche quello di proporre contenitori, piatti, oggetti che si possano prestare al mercato del confezionamento in alternativa alla plastica e che, a fine ciclo, rientrano nel processo di autosmaltimento, semplice e intuitivo, dello scarto organico descritto precedentemente.»

 Qual è il vostro sogno?

 « Interessante parlare di sogno, perché tutto questo non è affatto “visionario”, come alcuni potrebbero pensare, anzi. Il brevetto VIPOT ( www.vipot.it) sposato ad una tecnologia innovativa di smaltimento a fine vita, ha acceso un lume e mi ha portato a sperare in un sogno possibile, e poi credere in una concreta fattibilità, anche in Italia, migliorando le realtà già attive in altri paesi grazie alle eccellenze italiane … “il nuovo rinascimento italiano”, come lo chiamo io, capace di contribuire alla salvaguardia del nostro ambiente, della Natura e della vita.»

 Sorride. Tuttavia, dietro questo sorriso si cela la consapevolezza della gravità della situazione attuale.

“Un sogno mio, sì, ce l’ho. Mi piacerebbe sensibilizzare a tal punto i lettori, da trovare qualcuno, o anche una comunità, che sposi questo disegno e ci aiuti finanziariamente ad avviare un Centro di Ricerca e Sviluppo, dedicato a progetti su larga scala, partendo da piccole realtà già in atto, nella prospettiva di una nuova economia circolare. Dobbiamo mettere in atto una vera e propria rivoluzione, nuova, possibile, necessaria, che parte da ciascuno di noi. Mai dire mai, i miracoli possono sempre succedere, se l’informazione arriverà in modo efficace alla gente.»

Alla fine di questi incontri, viene spontaneo chiedersi : quanto tempo ci vorrà perché gli uomini prendano coscienza di quanto si sta perpetrando a danno della Terra, dell’umanità, delle economie e, soprattutto, del futuro? Che cosa lasceremo ai nostri figli? Cosa siamo disposti a cambiare delle nostre comode abitudini?

Dipende da ciascuno di noi, da quanto ognuno di noi vuole “rifiutare il rifiuto”, per dirla con Marco Baudino, nella consapevolezza che queste non sono opzioni ma scelte necessarie e obbligate per un motivo semplice e molto concreto: di Terra ne abbiamo una sola, e non possiamo giocarcela”.

Se volete incontrare Marco e Stefania per sviluppare o valutare progetti di fattibilità, scriveteci.

Vi metteremo in contatto.

Per approfondire:

“La Terza Rivoluzione Industriale” – Jeremy Rifkin

“Le Comunità dell’Energia”Livio De Santoli

 Interessanti i film:

Trashed  di Candida Brady – con Jeremy Irons

Before the flood – di Leonardo Di Caprio

e suo intervento alle Nazioni Unite sul cambiamento climatico:

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