Francisco Tavoni: colore per capire sé stessi. Francisco Tavoni è un artista venezuelano residente in Australia, a Byron Bay nel New South Wales. Potremmo etichettarlo come fotografo, ma troppo spesso questa definizione è fuorviante. Chi vede le sue opere non pensa alla fotografia, semmai a un laborioso processo pittorico o un intervento interamente digitale.
Il processo di creazione
Tavoni presenta le sue opere stampate in grandi formati. All’occhio dello spettatore la prima cosa che si impone sono i colori, saturati all’estremo e che lasciano solo intravedere profili umani, come quando si è appena chiusi gli occhi in una giornata di pieno sole.
Le immagini sono inizialmente fotografiche in senso classico, ma vengono fatte passare attraverso processi cinematografici già conosciuti ma uniti e utilizzati in modi totalmente innovativi e improbabili. Alla fine dei processi di stampa sembrano anche dal vivo figure pittoriche, dipinte. Questo effetto particolare è reso utilizzando un tessuto velato per oscurare i dettagli più fini della fotografia. Le immagini sono sviluppate con i tradizionali processi cromogenici in tre parti, su fogli di stracci di cotone trattato, mescolando ulteriormente i mezzi della fotografia e del tessuto.
I suoi ultimi lavori si concentrano sul busto umano, sul ritratto fotografico che riprende fino alle spalle il soggetto. Di tal sorta è stata l’esposizione appena conclusa alla Lindberg Gallery di Melbourne, dal titolo “Temet Nosce”, che significa “conosci te stesso”, e che ha portato l’autore all’attenzione internazionale.
Francisco Tavoni: colore per capire sé stessi
“Voglio che questo lavoro influenzi il modo in cui comprendiamo l’identità e come gli strati di condizionamento sociale esterno giocano in quel ruolo. Poiché questo lavoro riguarda l’identità, aveva senso svolgere il lavoro con orientamento verticale, allo stesso modo in cui viene scattata una foto d’identità o una foto del passaporto. Parte dell’ispirazione viene da stati di meditazione in cui mi sembra di entrare in uno spazio chiaro: il lavoro è un’interpretazione di come ci si sente ad entrare in quegli stati. I toni rossi e più caldi si ispirano al suolo di Caracas e alla terra dell’Australia, mentre molti dei nomi delle opere d’arte si riferiscono al sole e al tramonto. Sento che c’è un po’ di magia nel modo in cui sperimentiamo e colleghiamo quei fenomeni“
In queste parole c’è tutto quello che ci ha attirato di questo autore. I suoi ritratti, che partono da un concetto di individuo, di singolo identificabile all’interno della società, sfociano in una comunanza con le persone che ci circondano, fondendo l’uno nell’altro i soggetti e le loro voluttuose identità.
Ma non si ferma qui. Il singolo è compenetrato da flussi, colori, rimandi a terre e concetti. Dell’individuo rimane solo la forma, il profilo, uno spazio di possibilità del mondo ‘esterno’. Le fotografie di Tavoni sono luminose e immersive, composte da un’aura che ricorda le Rayografie solarizzate dadaiste, mentre i colori, un po’ Pop un po’ Color Filed, parlano dei panorami Australiani, Venezuelani e Italiani, dove la sua famiglia ha le radici.