L’enigma del quadro della Duchessa Brutta: il primo meme della storia? Questa è una storia che attraversa i secoli. E’ la storia di un quadro, che deriva da un altro quadro, che ha subito una falsa attribuzione, che è diventato simbolo di quella attribuzione, che ha creato un personaggio di fantasia che è proseguito in un cartone animato e in tanti film. Tutta la potenza di un’immagine che, forse, possiamo pensare come uno dei primi meme della storia.
Prima di tutto: cos’è un meme?
“Singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro (giornale, libro, pellicola cinematografica, sito internet, ecc.).” (Treccani)
Fuori dalla definizione formale, i memi (al plurale in italiano si scrive così) sono oggetti che entrano nella comunicazione e vengono replicati indeterminate volte dagli utenti cambiando ogni volta leggermente il loro significato, ma restando in un’aura di senso condiviso. Un’immagine imbarazzante (un cane che scivola sul ghiaccio, per esempio) verrà usata sui social da tantissime persone per descrivere uno stato d’animo sempre diverso, ma che comunque ritorna all’imbarazzo come base. La particolarità dei memi è che è il creatore non ha più controllo sulla loro diffusione e sul loro cambiamento di senso e di riferimenti (il cane che scivola sul ghiaccio, dopo un lungo percorso memetico, potrebbe essere associato a uno scivolone in politica, ma chi ha girato il video, e tantomeno il cane, non ha avuto alcun controllo su questa associazione).
L’enigma del quadro della Duchessa Brutta: il primo meme della storia?                Da Leonardo  a Massys
Tutto nasce con un quadro, come dicevamo.
Nel 1513, Quentin Massys completa un’opera a olio su tavola di legno. E’ un dittico: su una tavola è rappresentato un distinto uomo di profilo, sull’altra una mostruosa donna civettuola. A noi interessa questo secondo soggetto.
Il viso della donna è sformato, simile alle caricature rinascimentali che ormai girano in tutta Europa come copie. Troppo simile.            Una somiglianza tale da fare sospettare un rapporto diretto con una caricatura di Leonardo, e probabilmente così è.
L’Europa del tempo è percorsa dalle copie che gli artisti nordici fanno durante il loro Grand Tour Italiano (vero apprendistato imposto agli artisti del tempo). Al loro ritorno dall’anno in Italia portano con sé centinaia di fogli e taccuini con copie di tutte le opere degli artisti italiani più famosi, tra i quali spicca, naturalmente, Leonardo da Vinci (sapete qual era il piatto preferito di Leonardo? Leggi qui per questa curiosità ).
Le somiglianze sono troppe per far finta di niente: Quentin Massys deve averne visto uno e ha portato in olio su tavola un disegno copiato da Leonardo (e le due mediazioni spiegano molte differenze tra i due soggetti).
Da Massys alla duchessa del Tirolo
Qui inizia il vero viaggio memetico del quadro. Essendo una caricatura, eppure inserita in un dittico (tipica raffigurazione riservata agli sposi), non ha un nome proprio, non si riferisce a una persona veramente vissuta, però la gente, col tempo, inizia a pensare che quel volto sia effettivamente esistito in una storia matrimoniale.
Il quadro è particolare, oltre che bellissimo, ma soprattutto attira la curiosità . La curiosità porta ipotesi, e le ipotesi, se non contraddette subito, vanno di bocca in bocca fino a diventare verità !
L’ipotesi che inizia a circolare in Europa è che quello sia il ritratto di Margherita di Tirolo-Gorizia, detta “Margherita Boccagrande” o “Boccalarga” o “Maultasch”.
Perché proprio Margherita di Tirolo sarebbe la Duchessa Brutta?
Margherita di Tirolo-Gorizia nacque a Castel Tirolo nel 1318 e morì a Vienna il 3 ottobre 1369 (quasi 150 anni prima del ritratto a lei attribuito!) Fu l’ultima contessa del Tirolo del casato di Gorizia.
La sua biografia è interessante, ma la parte che a noi interessa di più è il suo matrimonio: nel 1330 sposa Giovanni Enrico di Lussemburgo, nel 1341 lo ripudia (scandaloso per una donna regnante, tuttavia Margherita era forte della linea regia femminile che passava attraverso di lei e non attraverso il marito) esiliandolo dal Tirolo. Il 10 febbraio 1342 si unisce in nuovo matrimonio con Ludovico di Brandeburgo, figlio dell’imperatore Ludovico il Bavaro. Il matrimonio, come capirete, suscitò grande scalpore nell’intera Europa e a Roma, dove certe cose erano mal viste dalla corte papale.
Inizia una campagna diffamatoria contro Margherita, campagna che si concretizzerà anche in assalti armati ai suoi territori (respinti con altrettanta forza dalla regnante).
E’ in questi anni di sberleffo che si conquista il soprannome di “Maultasch”, Boccagrande o Boccalarga tradotto. All’epoca tale nomignolo indica facili costumi, è un buon modo di dare della prostituta a una donna. Il suo primo accenno riferito a Margherita è nel 1366 in una versione bavarese della “Cronaca Universale Sassone” (Sächsische Weltchronik), dove si riporta, appunto, la propaganda papale in Baviera. E’ questa stessa propaganda a presentarla come ammaliatrice e ‘mangia uomini’… insomma… leggermente distante dal ritratto attribuitole.
Margherita diventa la Duchessa Brutta
All’epoca del quadro di Massys Margherita è ancora famosa con il suo soprannome, ma in 150 anni nessuno si ricorda più che indica il facile costume, e tutti pensano che questa antica regnante avesse veramente la bocca sformata.
Ecco fatto: Margherita è appena diventata la Duchessa Brutta e il popolo, disinteressato ai dettagli, affibbia il quadro caricaturale proprio a questa figura storica (che nel frattempo è passata alla vulgata come brutta e pure corrotta!).
Da Margherita a Lewis Carroll
Passano altri 300 anni e Wenceslaus Hollar e John Tenniel prendono ispirazione proprio dalla Duchessa Brutta per le illustrazioni nel romanzo Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll. Ormai il quadro è identificato con la bruttezza e ‘spocchiosità ’ della nobiltà civettuola, e i due illustratori non perdono l’occasione di metterlo in un caposaldo della letteratura allegorica europea.
Da qui prenderanno le mosse il cartone animato Disney e i vari lungometraggi che abbiamo visto negli anni. E’ di poco tempo fa, infine, l’attribuzione alla caricatura della patologia di Paget, che si è voluta ancora associare a Margherita, facendola così diventare brutta e malata   (e infischiandocene anche noi, contemporanei acculturati e tecnologici, dei fatti e delle date).
Possiamo dire, per ipotesi curiosa, che il quadro di Massys sia stato uno dei primi memi della storia e quello che un tempo accadeva a un’immagine nel giro di cento anni, oggi accade in un click… positivo o negativo come scenario?