A volte si può rimanere “sorpresi” di come funzioni la nostra sanità .
Per un problema alla vista, prendo appuntamento per una visita all’Oftalmico di Milano. Inutile negare che un po’ di prevenzione c’era, pensando a lunghe attese prima di incontrare qualcuno che mi potesse dire che cosa avessi, ma, cosa inaspettata, la centralinista della ASL mi dice che avrei avuto l’appuntamento solo la settimana dopo.
Nel giorno prestabilito, mi presento in anticipo per pagare il ticket.
Nessuna coda … l’impiegato estremamente gentile.
Finite le procedure all’accettazione, mi reco al reparto con ben mezz’ora di anticipo. Non attendo più di cinque minuti che già mi chiamano per il primo controllo.
Una gentile figura femminile, giovane e sorridente, mi accoglie e dopo un’ispezione scrupolosa mi mette delle gocce negli occhi, in preparazione al secondo, successivo controllo più approfondito.
Non attendo neppure due minuti che mi trovo davanti alla Dott.ssa Marina Chiama.
Mi visita e mi rassicura dicendomi che sono a posto, ho un calo della vista, risolvibile con gli occhiali graduati, riproponendo in là nel tempo, un successivo approfondimento per il glaucoma.
Ultimamente, apprezzo sempre più frequentemente quando trovo quelli che io chiamo aspetti sostanziali in un servizio al paziente, quali competenza, serietà , rapidità e gentilezza, e che già costituiscono il balsamo per corpo e anima di tutti coloro che vivono problemi con la propria salute.
Questa è la realtà ospedaliera che ho incontrato, strano ma vero…
Dopo la visita, come d’abitudine, approfondisco con piacere per sapere qualcosa di più del reparto.
Amichevolmente ho incominciato a chiedere alla Dott.ssa Chiama qualcosa dell’Istituto Oftalmico.
Ecco cosa scopro…
La ragazza che mi ha fatto la visita si chiama Ilaria Tinto ortottista del reparto, insieme a Giada Ruggi e Federica Borgaro, sotto la direzione del Dr. Antonio Scialdone.
Il reparto è composto da 12 oculisti, divisi su attività di pronto soccorso 24 ore su 24 con guardia attiva.
Durante il turno notturno si visitano fino 40\45 persone a notte.
Le attività che si svolgono sono di sala operatoria (2\3 sale operatorie attive al mattino più le eventuali urgenze), ambulatori ed attività di reparto.
Ci sono interventi di chirurgia segmento anteriore (cataratta, glaucoma, patologie corneali), e chirurgia segmento posteriore o chirurgia vitreo-retinica (distacchi di retina, iniezioni intra-vitreali in maculopatie).
Mi racconta, con molta semplicità, che fanno di tutto per essere il piú efficienti possibili ma a volte, il paziente viene penalizzato dall’insufficienza numerica degli “addetti ai lavori”, così necessari in un lavoro così intenso nel quale, i professionisti presenti sono spesso costretti a mediare tra urgenza e nervosismo.
“Noi cerchiamo di essere più accoglienti possibili e capire ogni esigenza ma dobbiamo dare precedenza alle urgenze, perché il servizio e la tutela della salute devono mantenere la priorità. Chi sta male deve trovare adeguata assistenza.”
La Dott.ssa Chiama non manca di encomiare tutti per meriti lavorativi e non di meno il Dr. Scialdone, un uomo che nel reparto fa sentire la sua presenza in modo profondamente intenso.
Ci salutiamo, con l’impegno che avrei scritto di loro e così sto facendo.
Un pensiero di riflessione mi cade sull’inclinazione a “lamentarsi”, senza considerare cosa ci sia dietro ad un’attività di questa portata. La pazienza, quale capacità di attendere per vedere “cosa sarà il dopo” ci permetterebbe di capire cosa realmente avviene.
Se fossimo noi il “caso urgente” o fossimo, per un giorno, il “medico di turno”, forse riusciremmo a comprendere in modo più vasto le problematiche legate a questa realtà.