Riprendendo dall’articolo precedente, esploriamo il percorso che Guido Nosari intende intraprendere. Ma concentriamoci ora su Billie Eilish: sarà davvero un fenomeno?
Ed ecco che entriamo nel campo di Edgar Allan Poe.
Siamo spesso inconsapevoli dell’importanza di Edgar Allan Poe negli Stati Uniti. L’outsider, colui che vede la vita come oscura e priva di speranza, attinge prima di tutto dalla lettura di questo grande autore che, dal nostro punto di vista continentale, possiamo apprezzare come un artista profondo e ricco, ma che non consideriamo parte integrante della nostra controcultura (ovvero della nostra cultura).
Mentre le nostre generazioni di outsider si dilettano con Rimbaud e con il Divano dei Fiori del Male, il pubblico statunitense degli emarginati ha plasmato la propria estetica sul gotico di Poe.
Il mercato musicale ha approfittato appieno di questa tendenza. Partendo dai Black Sabbath fino ad arrivare a Marilyn Manson, il mercato anglosassone da decenni sforna un “contro-pop” (che alla fine è pop) legato alla fascinazione per il mistero oscuro, una tendenza che assume vari nomi come “dark” o “EMO”; a differenza del nostro mercato che vede nella poetica introspettiva francese una fonte inesauribile.
Uniamo a questa ricetta degna delle Superchicche un tocco di controcultura giovanile degli anni ’90, con l’estetica skate e rap in primo piano come manifesto di una disobbedienza divertita (un’estetica che scivola lungo la lingua avvolgente e warholiana degli Stones).
CUOCERE PER 20 MINUTI E LASCIARE RAFFREDARE: BILLIE EILISH
Ed ecco finalmente l’arrivo di…
Da qui nasce un album come ‘When We All Fall Asleep, Where Do We Go?’, con testi e video intrisi di richiami notturni, mostruosi e da incubo, oltre a una palette di colori che richiamano la ricca periferia di Ai Wei Wei.
Ma c’è molto di più dietro questa base gotica e skate: Billie Eilish è tutto tranne che un’emarginata.
È una bellissima ragazza di 17 anni dall’aspetto furbo, con un fascino magnetico e le tasche piene di soldi. Dietro di lei c’è una squadra di professionisti che lavora incessantemente per farla brillare al massimo, garantendole una visibilità totale e una connessione costante con i suoi follower sui social media. Un intero studio si occupa di vestirla e di farla apparire al mondo.
E sì, è sempre impeccabilmente vestita!
Notate attentamente: raramente viene ripresa senza essere affiancata da un marchio, un brand, una pubblicità o una firma. Billie Eilish è praticamente un’insegna pubblicitaria ambulante per i marchi.
Billie è diventata l’espressione stessa dei marchi e dei brand.
Il brand è l’unica cosa che può “salvare” l’outsider… l’avventura continua.