E se l’arte sbarca su Pornhub? I musei denunciano: ‘Non vogliamo il vostro aiuto!’. Gli Uffizi, il Prado e il Louvre intentano causa a Pornhub per avere utilizzato immagini di quadri famosi e averle rivisitate con performer del sesso. La piattaforma aveva infatti inaugurato una categoria sull’arte classica per aiutare i musei.
“Alcune persone pensano che i musei siano noiosi ma se vi dicessimo che ospitano una inestimabile collezione porno?”
Ecco la frase con la quale Pornhub, a Luglio 2021, aveva inaugurato una sua nuova sezione: ‘Classic Nudes‘. In questa sezione si voleva iniziare un dialogo con l’arte classica, quella esposta nei musei più importanti del mondo. I canali per farlo erano due: rielaborare opere erotiche del passato e cercare di valorizzare i musei più importanti del mondo.
Classic Nudes, Altre Prospettive
Questo il titolo della sezione dove 30 quadri della storia dell’arte venivano rivisitati fotograficamente: i nudi dell’arte rinascimentale, veneta e dei più importanti pittori europei venivano ripresi con modelli e modelle in posa, naturalmente “scandalosamente” in posa. “Alcune delle scene più sexy della storia, nei musei più famosi del mondo“. A fare da modelli diversi e diverse performer di fama internazionale: MySweetApple in primis, ovvero Kim e Paolo, coppia italo argentina ormai celebre in tutto il mondo, o, ancora, Cicciolina.
Ecco, quindi, che nell’elenco non potevano mancare capolavori rielaborati del calibro della Venere di Urbino di Tiziano, custodita alle Gallerie degli Uffizi, la Maya Desnuda di Goya, nella collezione del Museo del Prado, ovviamente L’origine del Mondo, di Gustave Courbet, al Museé d’Orsay.
Questi sono i capolavori più famosi, ma ce ne sono altri: Adamo ed Eva di Jan Gossaert, l’Odalisca mora Francois Boucher, la Venere del Botticelli (interpretata da una matura Cicciolina), Nudo Maschile di Degas.
“Nessun museo può ospitare tutta la diversità che si trova nel mondo dell’arte. Quindi, per darti una prospettiva più ampia, abbiamo messo insieme una selezione di capolavori di nudo provenienti da tutto il mondo che rappresentano una maggiore varietà di culture, soggetti e punti di vista non ampiamente rappresentati nell’arte occidentale”
Classic Nudes, sezione musei
Il fine dichiarato di Pornhub era comunque portare maggiore attenzione verso i musei, reduci dall’anno forse più difficile della storia contemporanea. Per questo motivo, oltre alle rielaborazioni fotografiche, era stata prevista anche una ‘guida’ alternativa ai più importanti musei del mondo.
“Dalle orge all’esterno, e anche un po’ di gioco capezzoli, preparatevi ad assaporare in ogni colpo di questi sorprendenti capolavori con il commento audio di Asa Akira e una sorpresa speciale di Mysweetapple alla fine di ogni tour. Seleziona un museo qui sotto per iniziare a scoprire la loro collezione di dipinti e sculture da Pornhub“
Ogni museo aveva percorsi illustrati all’interno del sito, offrendo al visitatore una mappa dei nudi e delle opere erotiche che conservava, accompagnate da un file audio di commento, con voce di Asa Akira, star internazionale del porno e ambassador di Pornhub:
“La Nascita di Venere, di Sandro Botticelli, fu commissionata dal playboy del Rinascimento Lorenzo dei Medici, che aveva una collezione di dipinti di nudi talmente ampia che potresti considerarlo il primo membro premium di Pornhub”
Lasciamo stare, per adesso, le bestialità che fanno dire negli audio… meglio! Comunque, questa volontà del sito pornografico nel farsi portatore anche di cultura classica era iniziata ufficialmente nel 2020, con la pubblicazione di Shakedown, un docufilm sulla scena lesbo e queer di Los Angeles, girato dall’artista Leilah Weinraub, che è stato il primo contenuto non pornografico a essere ospitato su PornHub.
E se l’arte sbarca su Pornhub? I musei denunciano: ‘Non vogliamo il vostro aiuto!’
Pornhub ha però ufficialmente rimosso i contenuti degli Uffizi, del Prado e del Louvre.
La querelle non si è fatta attendere, naturalmente: gli Uffizi si sono immediatamente opposti all’utilizzo dei propri contenuti, in particolare della “Venere di Urbino” di Tiziano come base per il rifacimento pornografico.
Hanno seguito a ruota il Prado e il Louvre, tutti e tre contestando l’uso non autorizzato delle immagini e avviando un’azione legale.
Alcune ragioni sono sacrosante
Iniziamo con le ragioni dei musei e sul perché, in fondo, non sono così biasimevoli.
Pornhub, a molti, potrebbe sembrare un semplice sito di pornografia, avamposto della libertà di espressione. Così potrebbe essere visto (e Pornhub stesso si impegna molto perché così sembri), se non fosse che tutte le disamine che scavano a fondo nell’organizzazione della piattaforma trovano del marcio.
Partendo dalla sua proprietà, MindGeek, guidata da Berndt Bergmair, troviamo chiaramente una società di facciata e un dirigente che, fino a tre anni prima l’apertura ufficiale della piattaforma, non aveva alcuna qualifica e storia. Si passa poi a sapere che la proprietà di Pornhub detiene anche i maggiori competitor della piattaforma, inscenando un finto mercato e operando, de facto, in assoluto trust.
Chi si è spinto ulteriormente a fondo ha trovato legami molto forti con il crimine organizzato, fino a far coincidere gli effettivi proprietari con i boss internazionali più tremendi.
Fanno bene i musei a non volere l’aiuto del diavolo? Forse sì, perché poi, proprio a quel diavolo, non interessa e continuerà a non interessare se sulla piattaforma passano pedofilia, stupri e revenge porn.
La battaglia di principio, invece, è assurda ed elitarista
Capito che la posizione dei musei non può essere definita bigotta a prescindere, è invece altrettanto indubbio che ogni critica rivolta al merito della questione lo sia.
L’arte, nel tempo, è stata anche erotica, è stata pornografica e nascosta, è stata eccitante ed eccitata. Il fatto che sia stata fatta da un autore famoso, o che abbia raggiunto traguardi di bellezza altissimi non cambia il modo in cui un’opera può essere stata guardata in passato. Nei salotti ottocenteschi era normale avere il ‘falso quadro‘, e cioè una cornice che contenesse due tele sovrapposte: una che rappresentava la solita natura morta o un noioso paesaggio, che però poteva essere ‘aperta’ con dei piccoli cardini e mostrava un nudo erotico al di sotto. E’ questo il caso de l’Origine del Mondo, di Courbet, mostrato per decenni solo tra amici a fine serata.
Immettere l’arte in canali vivi, e non morti come i luoghi museali, sarebbe una cosa da fare sempre per restituirle un po’ di vita. Vederla in luoghi, seppur digitali, dove vi è un sentimento vivo (sì, anche se parliamo di eccitazione sessuale) vuole dire ri-darle un punto di vista nuovo.