Voglio partecipare alla divulgazione di questa informazione che coinvolge direttamente il mio amico, art-director Guido Nosari, diffondendo sul blog con questa intervista l’importanza di partecipare a questa raccolta fondi, con l’augurio che vi siano tanti cuori pronti ad aiutare.
Ciò che abbiamo fatto solo per noi stessi muore con noi. Ciò che abbiamo fatto per gli altri e per il mondo resta ed è immortale.
Harvey B. Mackay
Ci racconti, caro Guido, di questa raccolta fondi ‘artistica’?
Stiamo invitando tutti a fare donazioni all’ospedale di Bergamo, Papa Giovanni XXIII, che è nel mezzo dell’emergenza coronavirus, e a inviarci gli screenshot e le ricevute del versamento, spronandoli con la promessa che, raggiunto il limite di € 10.000 di donazioni, all’ospedale verrà anche donato un quadro fatto apposta per questa iniziativa.
Siamo consapevoli, soprattutto conoscendo lo spirito della città di Bergamo che quelle donazioni in gran parte sarebbero comunque andate a termine e la gente avrebbe comunque dato i propri soldi ma, se questa iniziativa servisse anche solo ad aumentare di €1000 le donazioni e a renderci più consapevoli di cosa possiamo fare nei periodi di crisi se rimaniamo uniti, allora sarà stata un’iniziativa che è valsa la pena fare.
Come nasce l’iniziativa?
Il tutto è nato abbastanza per caso, vedendo come la situazione stava declinando.
Mi sono interrogato su quale potesse essere il ruolo dell’arte all’interno di un periodo così di crisi… e la risposta mi è venuta subito: praticamente nessuna!
L’arte, giustamente, davanti alla crisi diventa inutile.
Tuttavia le rimane ancora una funzione, come un post-it che ci ricordi cosa ci aspetta quando la crisi sarà finita.
Può infondere coraggio sapere che tornerà la Bellezza.
Allora ho creato una copia del “Cavaliere in Rosa”, un quadro del Moroni che per Bergamo è un vero e proprio simbolo, di dignità e coraggio, ricreato a carboncino, e alla composizione ho aggiunto l’hashtag che sta contraddistinguendo Bergamo: #molamia (non mollare).
Ho collocato il quadro lungo la corsia principale dell’ospedale, sperando fosse di aiuto a chiunque l’avrebbe visto.
Il passo successivo è stato abbastanza naturale: pensare a come veramente potesse diventare utile all’ospedale e, quindi, si è deciso di donarlo alla struttura raggiunti i 10.000 euro, facendo in modo di aumentare le donazioni, usandolo come un pretesto.
Chi ti ha aiutato?
I miei ringraziamenti vanno prima di tutto alla famiglia Panattoni, a Luca e Mirko, sono stati i primi ai quali ho parlato del progetto; la seconda persona che, d’istinto e di cuore, ha voluto darmi da subito una mano è l’avvocato Enrico Nosari, nonché mio cugino.
Un ringraziamento va anche alla Fondazione Museo Palazzo Moroni, che si è resa disponibile e attiva nel mandare avanti questa progetto.
Inutile dire che, in ultima analisi, i ringraziamenti più veri sono per coloro che stanno donando, che pensino al quadro oppure no!
Come facciamo a partecipare?
In Facebook trovate una pagina creata apposta “Il Cavaliere in Rosa per l’ospedale Papa Giovanni XIII”:
Per donare,con bonifico bancario
intestato a Azienda Socio Sanitaria Territoriale Giovanni XXIII
IBAN IT52Z0569611100000012000X95
BIC: POSOIT22 (se richiesto)
indicando possibilmente nome, cognome e codice fiscale del benefattore.
Con carta di credito a questa pagina
https://www.gofundme.com/f/emergenza-covid-cesvi-per-bergamo
I fondi raccolti verranno utilizzati per l’acquisto di:
Ventilatori
Dispositivi di ventilazione non invasiva
Monitoraggi emodinamici
Cuffie, camici e occhiali monouso
(e per donare il quadro all’ospedale!!!)
Una volta donato ci mandate prova dell’avvenuto versamento, e noi semplicemente vi sommiamo per arrivare a quota 10.000. Quando tutto sarà finito, il quadro sarà donato all’ospedale con la lista dei donatori, e si sta preparando anche un evento (ma per ora è lontano il pensiero).
Grazie dell’aiuto a tutti, grazie al Nonsolowork, grazie Paola 😉