Continua il viaggio attraverso le curiosità sul mondo cinese raccontate da Guido Nosari.
Per chi non lo sapesse Guido Nosari, artista di fama internazionale e mio caro amico, oltre che Art -Director del LAB The Right Tool, si trova a Pechino per un residenziale artistico al museo di Arte Contemporanea ShangYuan. Prima del suo ritorno il Italia, ci sta divertendo con una serie di articoli al quanto singolari sul mondo cinese, curiosità che, almeno, io non conoscevo.
Grazie Guido di questi spaccati di vita!
Paola
Ecco altre 5 curiosità direttamente da Pechino: come nell’articolo precedente, 5 curiosità che solo vivendo insieme ai cinesi si possono sapere, solo fuori dai tour organizzati e solo avendo con sè chi possa tradurre.
Sono a Pechino ormai da due mesi, invitato in residenza d’artista dallo ShangYuan Art Museum, e ancora ogni giorno scopro nuove cose che neanche immaginavo.
Bene, iniziamo:
ATTENTI PEDONI!
In Cina i pedoni non hanno la precedenza, neanche sulle striscie pedonali. Se andate in giro a piedi per la città o anche in provincia non fidatevi mai del segnale verde di passaggio pedonale. I guidatori cinesi semplicemente non si fermano se qualcuno attraversa. Non è maleducazione, l’ho visto fare anche alla polizia o con i vigili di turno presenti. Le macchine sfrecciano a pochi centimetri da chi sta attraversando e se non vi fermate voi potete stare sicuri che non lo faranno loro.
GLI ACCENTI
La lingua cinese è grammaticalmente una passeggiata per ogni buon europeo. Praticamente potremmo dire che la costruzione della frase si basa su soggetto, verbo all’infinito e prosecuzione per aggiunta. Anche il futuro o il passato vengono espressi con avverbi, senza alcun cambiamento o coniugazione verbale.
“Una pacchia!” direte voi….. beh… no.
Quello che a loro manca in grammatica lo recuperano ampiamente in accenti e toni: una parola pronunciata con l’accento sbagliato cambia totalmente significato, un tono diverso su una vocale (per esempio un tono ascendente invece di uno discendente) manda il discorso in luoghi catastrofici.
Ma questo credo che ogni iniziato alla lingua cinese lo sappia. Quello che non sappiamo è che anche tra di loro non si capiscono un numero impressionante di volte!
Ho assistito a innumerevoli dialoghi tra cinesi che si prolungavano di minuti per far capire all’astante quale parola veramente si stesse intendendo, e il più delle volte il tutto è finito scrivendola sul cellulare, perchè proprio non ci si capiva.
IL CELLULARE
Ecco un tasto importante nella Cina contemporanea: l’uso del cellulare. Basti dirvi che i cinesi sono abbastanza preoccupati dalla deformazione del dito mignolo della mano, quello che usano per reggere con una mano il cellulare. Innumerevoli pubblicità progresso, mandate proprio sul cellulare, invitano a fare movimenti ed esercizi particolari per riattivare proprio il mignolo abusato come piccola mensola.
Con il cellulare i cinesi fanno tutto, in particolare, oggi almeno, con WeChat, nato come corrispettivo di Whatsapp, ma poi espanso come noi non potremmo immaginare: con WeChat chattano, mandano immagini, pagano ogni cosa, comprano on-line, leggono e si informano, prenotano viaggi e alberghi, controllano il conto bancario, lo usano come mappa, e altre applicazioni che non ho avuto modo di approfondire.
Quello che resta è che una mano è sempre occupata dal cellulare, e un orecchio ha sempre l’auricolare collegata, molto più di quanto abbia mai visto in occidente.
Businessman check on mobile phone
HOT POT
Prendete una pentola elettrica, mettete poco olio di semi insieme a dell’aglio. Appena l’aglio inizia a scaldarsi aggiungete salsa di soia a volontà e molto peperoncino (in varie forme, come salse, macinati o semplice), sale e un pò di acqua in ebollizione.
Quando il tutto si è mischiato tocca ai peperoni crudi, ai pomodori, alla cipolla e più o meno a qualsiasi cosa abbiate sotto mano. Aggiunto il tutto riempite di acqua bollente la padella elettrica e in ultimo aggiungete i noodles.
A prescindere da quello che avrete aggiunto, siano verdure, pesce, carne o tofu, avrete più o meno sempre il sapore dell’hot pot, un misto di soia e piccante, da consumersi assolutamente bollente e da finire anche come acqua di brodo.
Questo è il piatto definitivo delle feste cinesi, delle cene tra amici, molto semplice, molto caotico ma, sicuramente, di gruppo!
LE ZONE DI PASSAGGIO
Pochi lo sanno, ma il centro di Pechino è pieno di piccoli villaggi molto poveri, a poche decine di metri dagli edifici più scintillanti e futuristici: semplicemente si esce da uno degli hotel più costosi della Cina, si attraversa la strada e si trova una grande porta che interrompe un muro di cemento e mattoni.
Dentro sono ammassate centinaia di minuscole case pericolanti e fatiscenti, riempite di persone e circondate da alti muri che le privano alla vista, ma sono assolutamente centrali alla città. Dentro queste formazioni possono esserci anche migliaia di cinesi in miseria.
Non danno assolutamente fastidio al governo, anzi, li considerano giusti luoghi di passaggio della popolazione: in una cultura in crescita quale cinese e in particolare quella pechinese, le fortune dei singoli si alternano, e la ricchezza può presentarsi velocemente come andarsene. Per tali occasioni queste sono considerate zone ‘cuscinetto’: si riesce a rimanere in centro alla città pur essendo caduti in miseria, o si può cercare da lì la scalata. Questo non toglie il malcelato odio che i dintorni provano per queste realtà che esistono ormai dall’epoca di Mao.
Guido Nosari