Continua il viaggio insieme a Wall of Dolls contro la violenza sulle donne.
La Mostra Fotografica ”il rumore del Silenzio”, della quale vi ho parlato settimana scorsa, si avvicina sempre di più e il 7 Marzo, in occasione della festa della donna, sarà aperta al pubblico per sensibilizzare tutti contro la violenza sulle donne.
Incontro Raffaella Bordini, fotografa e giurata al concorso:
“Da trent’anni la passione per la fotografia è il mio lavoro: prevalentemente, in passato, ho fatto fotografie di cerimonie e più commerciali, invece da ormai quasi sei anni il mio sguardo fotografico si è rivolto prevalentemente alle persone facendo ritratti, per lo più femminili ma anche di famiglie, bambini e animali.
La mia reale passione è mettere in evidenza l’anima della persona e non l’estetica. Gesti, espressioni che rivelano le emozioni del soggetto che fotografo: la persona si ‘svela’ attraverso l’obiettivo e racconta con lo sguardo, con degli impercettibili movimenti la sua personalità.
Il mio incontro con Barbara Bavastro, coordinatrice del progetto, è avvenuto tramite una amica di Genova. L’anno scorso, in corrispondenza della Mostra fotografica, ho partecipato con due fotografie perché avevo già approfondito il tema del femminicidio con due mostre personali.
Ora per questa manifestazione sono stata chiamata come giurata e ne sono onorata.”
Chiedo a Raffaella se ci può inviare alcune foto delle sue mostre personali: a mio avviso sono molto più potenti di qualsiasi altra parola.
Le altre foto sono quelle sulla violenza psicologica “Dalle donne per le donne – La violenza psicologica non si vede”. Mostra fatta in collaborazione con Soroptimist International d’Italia, un’ associazione che si occupa nel mondo di tematiche legate alle donne.
“Ho cercato di rappresentare la piccolissima differenza, quel velo sottile che c’è fra una quotidianità normale e una fatta di violenza, che non deve essere necessariamente fisica ma può essere anche mentale. La situazione può trasformarsi in un attimo e ho cercato di far capire con ‘uno scatto’ la differenza fra una situazione tranquilla e una precipitata.”
Emotivamente le foto sono toccanti, la tematica sul femminicidio è forte e credo che non sarà facile da parte dei giurati scegliere i 12 fotografi che avranno maggiormente colpito l’interesse.
Ecco i nomi dei giurati che selezioneranno le foto.
In effetti, mi vien da aggiungere dopo aver intervistato Raffaella, la violenza si presenta nelle vite delle donne in modi diversissimi, spesso anche nel silenzio, tanto delle mura di casa, che non hanno orecchi, quanto nelle voci di chi subisce, che non ritiene di dover chiedere aiuto.
Ecco perché settimana prossima intervisteremo nel nostro blog un’altra giurata, Martina Vitrani, perché anche la fotografia è un modo per non fare silenzio davanti alla violenza.