Il connubio tra architettura e benessere: l’opera di Sergio Danese

Il celebre architetto, fondatore di 21 Architettura, svela la sua visione urbana a misura d’uomo.

L’esigenza di una sostenibilità in grado di contrastare l’incessante logorio urbano è la sfida più difficile che viene posta, oggi, alla disciplina architettonica.

Sfida accettata, verrebbe da dire, da Sergio Danese che ha fatto della qualità abitativa una scelta possibile e non una chimera.

Lo studio tecnico 21Architettura, fondato da Danese, è situato nel cuore di Milano e pone al centro di ogni suo progetto l’uomo con il suo bagaglio sempre più colmo di bisogni ed esigenze in linea con i tempi odierni.

Una città al servizio del benessere di chi la vive e non il contrario: questo è l’imperativo che cavalca ogni ricerca di sviluppo architettonico sostenibile.

Ne parliamo con Sergio Danese, che ha fatto di questo concetto la sua missione professionale.

 

Qual è l’esperienza che ricorda con maggiore valore affettivo?

Il mio primo progetto: la ristrutturazione di un panificio. Mi diede l’occasione di conoscere una committenza vera e sincera, abituata a lavorare duramente. È stata un’esperienza importante perché mi ha insegnato a lavorare con umiltà e professionalità nel rispetto del cliente e del mio lavoro.  

Milano: cosa migliorerebbe?

 Migliorerei il rapporto tra il professionista e l’amministrazione pubblica. È necessario velocizzare l’iter burocratico, soprattutto a livello urbanistico, per consentire di esplorare strategie nuove rivolte all’architettura del domani: il mondo e le nostre vite cambiano rapidamente, lo stesso vale per l’architettura.

Qual è il suo concetto di sostenibilità?

 Maggiori spazi verdi, meno traffico e tante navette elettriche. Ma anche l’utilizzo di materiali naturali per gli edifici come, ad esempio, il legno.

Se dovesse progettare una città, come la vedrebbe?

A misura d’uomo, il vero attore protagonista. Poche auto, trasporti elettrici diffusi, tante piste ciclabili e una massiccia presenza di spazi per camminare, sostare e socializzare.

In tre parole: come si definirebbe e perché.

Normale, umile e sincero. Il perché è semplice: amo la vita, la mia professione e provo un autentico entusiasmo nei confronti della gente.

AVERNA GIGLIO

scala elocoidale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il benessere abitativo in grado di abbracciare la qualità dell’esistenza: così si potrebbe riassumere la visione architettonica che accompagna lo stile inimitabile di Sergio Danese. www.21architettura.com

Se volete conoscere l’Arch. Danese la redazione è a disposizione

 

Condividi:
Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Articoli Correlati
Programma dettagliato Innovalp 2023

Celebrare le Terre Alte: Innovalp 2023

Innovalp, il Festival delle idee per la montagna. Questo festival mira a stimolare la creatività, l'innovazione e lo sviluppo delle terre alte,
L'affido dei bambini è il nostro futuro: Amici della Zizzi

L’affido dei bambini è il nostro futuro: Amici della Zizzi

L'affido di minori in situazioni precarie è un atto che migliora il futuro. Oggi ne parliamo con l'associazione Amici della Zizzi
Enrico Iacometti: l'inizio spericolato di Armando Editore

Enrico Iacometti: l’inizio spericolato di Armando Editore

Dal 1985 alla guida di Armando Editore, Enrico Iacometti ci racconta il 'burrascoso' inizio della sua carriera da editore
Valentina Arzilli: assumo persone di cuore per produrre dolcezza

Valentina Arzilli: assumo persone di cuore per produrre dolcezza

La storia e le strategie di una rivoluzionaria del cioccolato artigianale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto