‘Cambiare’: come fare una mostra da grandi numeri a Illegio

‘Cambiare’: come fare una mostra da grandi numeri a Illegio. Ogni anno nel piccolo paese carnico avviene un cambiamento che ha dell’incredibile.

Oggi parliamo con Lara Iob, Presidente dell’Associazione comitato San Floriano che da ben 17 anni rivoluziona la vita di un piccolo paese carnico, Illegio. A lei chiediamo come è nata questa iniziativa e come può funzionare un modello espositivo vincente e che macina grandi numeri di visitatori calato in una realtà piccola e decentralizzata.

Come è partita questa iniziativa?

La mostra esiste oramai da 17 anni, ogni anno il tema è diverso e quest’anno, naturalmente, è nata come risposta alla situazione pandemica, una situazione inaspettata che, come dice il titolo, ci ha fatto proprio “Cambiare”.  Cambiare non solo lo stile di vita ma anche come esseri umani: la mostra che si visita all’interno delle stanze della casa delle esposizioni di Illegio cerca di descrivere tutti i vari cambiamenti possibili che hanno toccato la vita dell’uomo e degli esseri viventi in totale. La vita stessa è una condizione di cambiamento perenne, l’esposizione vuole proprio affrontare questa nostra situazione che in verità ci rende vivi.

'Cambiare': come fare una mostra da grandi numeri a Illegio

Ogni anno un tema diverso e pensato sul presente

Esatto, cerchiamo di essere attenti al contemporaneo, alle vicende che ci circondano. Rispetto all’edizione scorsa tutto è differente, però ogni anno abbiamo un tema diverso e affrontiamo argomenti che vanno dai primi anni dedicati ai santi importanti a livello europeo, come San Floriano e San Martino, fino agli ultimi temi trattati, più vicini alla nostra quotidianità, come il rapporto tra padre e figli nel 2018 o la figura femminile nel 2017. Stiamo cercando di evolvere seguendo quello che è il flusso, ci adattiamo molto ai cambiamenti che vediamo intorno a noi e in piena pandemia, la scorsa edizione, abbiamo voluto dare un esempio e creare una mostra di riproduzioni di opere perse e l’abbiamo intitolata ‘Nulla è perduto’.

'Cambiare': come fare una mostra da grandi numeri a Illegio

La risposta del pubblico a questi eventi?

Quest’anno in particolare la risposta di pubblico è stata eccezionale. Siamo forti di questi traguardi e già a Ottobre inaugureremo “La forma dell’infinito”, una successiva mostra a Udine che prepariamo noi grazie alla concessione del Comune di Udine che ha scelto la nostra organizzazione fra tutte per allestire a casa Cavazzini.

'Cambiare': come fare una mostra da grandi numeri a Illegio

Una mostra di grande impatto in un territorio difficile, decentralizzato, forse inizialmente chiuso..

Illegio è di sicuro un posto particolare: fa solo 350 abitanti e nel 2019, con la mostra sui Maestri, abbiamo avuto 43 mila visitatori nel paese… è inimmaginabile l’impatto in un paese del genere di tutta questa gente. I primi anni ricordo come gli abitanti guardassero gli spettatori appena arrivati con un pochino di sospetto e sorpresa, proprio perché Illegio non è un posto di passaggio. C’era questa sorta di diffidenza che pian piano si è sciolta e gli stessi abitanti hanno iniziato a chiedermi ogni anno quando avrebbero iniziato a vedere gente, a chiedermi il titolo della mostra, ad addobbare e preparare il paese per questo evento.

'Cambiare': come fare una mostra da grandi numeri a Illegio

Le mostre che l’Associazione comitato San Floriano, insieme alla sua presidente Lara Iob, portano nel paese di Illegio sono un vero modello: trasformano un territorio isolato in un polo attrattivo attraverso la cultura. Intorno a una collezione stagionale si sta creando l’economia di     un intero piccolo paese e, guardando al futuro, si sta cercando di istituzionalizzare un territorio come meta turistica di alto livello.

'Cambiare': come fare una mostra da grandi numeri a Illegio

E’ proprio vero che con la cultura non si mangia, ma chi sa innestare la cultura in un circolo economico vincente fa rifiorire interi territori.

LEGGI ANCHE: “7 domande da fare se non sai cos’è l’Arte Tessile, con Barbara Pavan”

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