La percezione del BenEssere da parte dei giovani è in continua evoluzione, condizionata sia dal contesto socio-culturale che dall’esperienza personale. Siamo di fronte a una generazione che, pur affrontando sfide senza precedenti, è determinata a riscrivere le regole del gioco, a privilegiare l’autenticità e la libertà di scelta, e a cercare un equilibrio che integra le diverse dimensioni del benessere.
Il racconto di Maria Sole ci offre uno spaccato sincero e vibrante di questo cambiamento: il benessere non è più sinonimo di possesso o successo materiale, ma è strettamente legato alla qualità del tempo personale, alla condivisione, alla semplicità delle esperienze quotidiane. Questo ci spinge a riflettere sulla necessità di ripensare le nostre priorità e di promuovere modelli di benessere più sostenibili e inclusivi, capaci di rispondere alle reali esigenze dei giovani.
Nel contesto attuale, il dialogo e l’ascolto si confermano strumenti indispensabili per capire e supportare i giovani nel loro percorso di scoperta e affermazione del proprio benessere. Solo in questo modo, sarà possibile costruire un futuro che rispetti e valorizzi le aspirazioni, le competenze e il potenziale di questa generazione.
Scritto da Maria Sole per NonSoloWork parlandoci del benessere
“Stiamo tornando da una giornata in campagna, è primavera, ormai si è fatto buio e per quanto l’estate si lasci intravedere, fa già fresco e siamo stanchi. Abbiamo trascorso una giornata al sole, a bere birra e a ballare le solite canzoni che ormai ascoltiamo da anni. Son sempre le stesse, ne ricordiamo il testo a memoria e forse è proprio questo che fa da collante tra di noi. Siamo tanti, e nel corso della giornata ci è capitato di fare chiacchiere da una parte e dall’altra, alcune profondissime mentre altre assolutamente di circostanza.
Benessere è questo: essere a poche ore dalla propria città, con i propri amici, rilassati e senza impegni o appuntamenti perché si è già tutti insieme e a nessuno importa sapere fino a che ora.
Mi sono accorta, chiacchierando con amici, che contro ogni aspettativa, attribuiamo il benessere alle cose più semplici. È qualcosa che riguarda tutte le piccole abitudini di ogni giorno, finito un pomeriggio di studio o di 8 lunghe ore di lavoro (che poi era meglio studiare). Così il benestare è un aperitivo, un calcetto, una cena fuori, un weekend via.
Tutti i momenti che dedichiamo a noi stessi rappresentano una forma di benessere, forse perché di tempo sembra sempre che ce ne sia troppo poco. Capita che, quando incredibilmente possiamo approcciarci alla giornata con tranquillità, cucinare con la musica a manetta, fare una doccia che dura 6 ore, leggere un libro, diventano i momenti di maggior goduria.
Mi sono fatta l’idea che la nostra percezione di ben essere sia molto distante da quella dei nostri genitori, cresciuti in un’epoca in cui, a stare bene era chi possedeva e aveva raggiunto il picco delle proprie possibilità. Per noi giovani, sicuramente condizionati dal momento storico che stiamo vivendo, parrebbe che la possibilità di sentirci in equilibrio sia lontano dal lavoro, dall’università, dai concorsi, e semmai, si concretizzi nel momento in cui non si è messi alla prova da nessuno e ci è data la possibilità di scegliere liberamente chi essere.”
L’approccio olistico dei giovani alla concezione del benessere ci mostra un percorso fatto di autenticità e di libertà di scelta, privilegiando la qualità della vita personale e la semplicità delle esperienze quotidiane.
Il racconto di Maria Sole ci dà uno sguardo profondo e personale su questo cambiamento: il benessere non è più solo una questione di successo materiale, ma è strettamente legato alla capacità di godere appieno di ogni istante, alla valorizzazione delle piccole cose e alla consapevolezza che il tempo dedicato a sé stessi è prezioso e irripetibile.
Si svela come la generazione dei giovani tenda a distanziarsi dalla concezione di benessere dei propri genitori, che era più legata al possesso e al raggiungimento di obiettivi concreti.
I giovani di oggi, forse anche a causa del particolare momento storico che stanno vivendo, sembrano cercare l’equilibrio lontano dal lavoro e dagli impegni formali, privilegiando quei momenti in cui possono esprimersi liberamente e scegliere chi vogliono essere.
Riflessioni
Questa testimonianza ci spinge a riflettere sulla necessità di ridefinire i nostri modelli di benessere e di ascoltare le esigenze dei giovani, per costruire insieme un futuro che rispetti e valorizzi le aspirazioni e le potenzialità di questa generazione. Il dialogo e l’ascolto rimangono fondamentali in questo percorso, perché solo attraverso la comprensione reciproca possiamo creare un mondo che promuova un benessere autentico, sostenibile e inclusivo per tutti.
La nostra ospite in questo articolo Maria Sole Venturati, 23 anni vive a Milano prossima tappa: Lisbona per un Master in “International development and public publicy”. https://www.linkedin.com/in/maria-sole-venturati-972427243
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1 commento su “BenEssere: la Nuova Prospettiva dei Giovani”
Ringrazio Maria Sole per il
messaggio profondo e l’insegnamento, come
madre di tre figli, li considero un dono.