“ATTENZIONE A TUTTI I TACCHEGGIATORI: PER CORTESIA ANDATE NEL NEGOZIO GUESS IN REGENT STREET. HANNO PRESO LE MIE OPERE SENZA CHIEDERE IL PERMESSO, COME POTREBBE ESSERE SBAGLIATO SE VOI FATE LA STESSA COSA CON I LORO VESTITI?” (Banksy, fonte Instagram)
Ecco il messaggio senza mezzi termini che l’artista anonimo ha lanciato sui social.
Banksy: “taccheggiatori rubate i vestiti ai negozi!”
Succede tutto quando la casa di abbigliamento Guess lancia la nuova collezione, dove vengono inserite e sponsorizzate le opere di Banksy. Questo però accadrebbe senza alcuna richiesta di permesso. Sulle magliette campeggiano le opere dello street artist, riprodotte anche nelle vetrine, fotografate, ingrandite e rimpicciolite, stampate come puro merchandising.
La collezione si chiama “graffiti di Banksy” ed è stata creata in collaborazione con Brandalised, studio grafico che si appropria della street art per concederla e rielaborarla su oggetti di design, abbigliamento e… su qualunque cosa in verità!
Guess si sentiva sicura della loro mediazione come fonte delle immagini e Paul Marciano, Chief Creative Officer di GUESS, dichiarava che “(…) le opere di Bansky hanno un’influenza inimmaginabile in tutta la cultura popolare, la nuova capsule collection con Brandalised è un modo per la moda di mostrare la sua gratitudine”.
Come potrebbe essere andata?
Gli avvocati già intervenuti optano per la discolpa di Guess, che avrebbe avuto rassicurazioni da Brandalised sulla legittimità della riproduzione. Le ipotesi, a questo punto, sono due.
Brandalised può avere premesso la riproducibilità gratuita e legale di opere di street art entrate ormai nell’immaginario collettivo, senza chiedere all’autore. Seconda ipotesi, da non sottovalutare: l’accordo c’è anche con l’autore che, come da tempo ci ha insegnato a sospettare, è un vero maestro nelle campagne di autopromozione e questa sarebbe una forma di guerrilla marketing fatta a puntino!
Quale la verità?
Chi scrive propende per la seconda ipotesi, per la malizia in un autore che ne ha sempre dimostrata. Ma anche qualora così non fosse, fa certo riflettere come quelle immagini stiano fondamentalmente bene sulle magliette e sulle felpe (giuro che non sono pagato per dirlo), come si abbinino in maniera impeccabile a un mondo superficiale e passeggero.