Atelier Riforma: due giovanissime immaginano il futuro della moda sostenibile. Rethink. Reshape. Rewear. Queste le parole d’ordine di Atelier Riforma, una Startup che colleziona abiti usati e li reimmette nel mercato con aggiunte di design e svecchiamenti alla moda. Ma nel loro futuro sembra esserci molto di più…
Atelier Riforma nasce a Torino nel 2019. Le sue due fondatrici si conoscono l’anno precedente durante “Talenti per l’impresa”, promosso da Fondazione CRT. Elena Ferrero e Sara Secondo, rispettivamente 29 e 31 anni, la prima laureata magistrale in scienze degli alimenti e la seconda in giurisprudenza. Nessuna delle due ha una pregressa esperienza nel campo della moda, ma entrambe nel 2018 stanno cercando idee e ispirazione per rendere la produzione di merci maggiormente sostenibile per il pianeta. Si incontrano durante il corso del 2018 di Talenti per l’Impresa e decidono di provare a testare un’idea che creano insieme.
Ridare vita e circolo a tessuti e abiti usati sotto il segno dell’upcycling, prendere ciò che è stato buttato e renderlo particolare, con un dettaglio, un’idea, farlo diventare unico e nuovamente spendibile. Oggi la startup Atelier Riforma collabora con oltre 20 centri sartoriali su tutto il territorio italiano.
L’idea, gli inizi, il successo
Il percorso non è stato sempre chiaro e, come per ogni impresa che si rispetti, ha avuto periodi di assestamento e dubbi.
Elena e Sara hanno iniziato senza conoscenze o esperienza. L’intuizione è venuta proprio da uno dei punti di forza del mondo della moda, “l’usa e getta“, che ogni anno fa rivivere un intero settore ma che, al contempo, lo rende uno dei più inquinanti sul pianeta. Ogni anno gli stessi consumatori sono spinti a gettare anche abiti e accessori praticamente nuovi, senza contare i grandi repulisti delle case in occasione di ogni colpo di testa.
L’idea è stata iniziare a ricercare e raccogliere gli abiti usati, portarli ai diversi contatti nel mondo della moda creativa, designer o sartorie, e dare il compito di farli tornare eleganti, particolari e attraenti per i consumatori. Da questa prima intuizione di una seconda vita dei vestiti, nel 2020 Atelier Riforma si è costituita come startup innovativa a vocazione sociale, recuperando già un migliaio di capi scartati. Sulla loro pagina Instagram potete dare un’occhiata ai loro lavori!
Atelier Riforma, sempre più attente a insegnare l’upcycling in modo consapevole
L’attenzione al sociale non si è però limitata alla battaglia per la sostenibilità. Nell’avanzare con il lavoro Atelier Riforma ha sempre più coinvolto realtà inclusive e di crescita della consapevolezza. Sartorie sociali che assumono migranti, ex-detenute e donne vittime di violenza, collaborazioni con le scuole di moda, per rendere chiaro ai nuovi creatori l’importanza dell’upcycling, workshop e talk, tutto per aumentare la consapevolezza che ci può essere dietro a una scelta di riutilizzo creativo.
Il progetto “Re4Circular” di Atelier Riforma: due giovanissime immaginano il futuro della moda sostenibile
Il prossimo passo sembra essere l’applicazione dell’intelligenza artificiale nella moda circolare. Elena e Sara stanno facendo sviluppare una tecnologia che riconosca i vari tessili nello smaltimento rifiuti. Un sistema di Intelligenza Artificiale sarà, se tutto va bene, in grado di selezionare e distogliere i capi usati dalla fine generica in discarica. “Re4Circular” potrebbe anticipare le direttive previste per il 2025 dall’Europa, che prevedono la differenziazione forzata dei tessuti, pena forti sanzioni.
Attualmente il loro modello di business è di tipo B2B2C: forniscono materia prima ai centri sartoriali e al contempo si presentano come marketplace degli stessi. Adesso l’idea è andare sempre più verso un modello B2B, quindi maggiormente focalizzato sullo sviluppo tecnologico e ampliabile in modo indefinito.
La tecnologia Re4Circular è pensata per essere utilizzata dai singoli operatori nella selezione dei rifiuti, e riconoscerà i dettagli dei capi usati, come il colore, materiali, stagione, genere, stato… tutti particolari che instraderanno già il materiale nella giusta direzione di riutilizzo. Tutti i laboratori creativi e di riciclo dei tessuti avrebbero in tal modo un vero e proprio database in tempo reale della materia prima, i capi usati, potrebbero richiederli subito e farli in breve arrivare.
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