Anna Coleman Ladd: donare un nuovo sorriso con il potere dell’arte
Tutti conosciamo l’arte. C’è chi la studia, chi l’ha forzatamente appresa a scuola, chi la ammira, chi la ama e chi ne ha solo sentito parlare. Nel corso dei secoli l’arte è stata cosi importante per la storia e lo sviluppo dell’uomo che i suoi nomi più celebri sono entrati nella storiografia moderna. Tutti bene o male conoscono personaggi come Michelangelo, Caravaggio, Picasso e Van Gogh.
Questi e molti altri sono i nomi più noti a tutti, ma scavando più a fondo si scopre un mondo completamente diverso. Bisogna sempre ricordare infatti che nell’epoca in cui c’era ad esempio il grande Picasso c’erano anche migliaia e migliaia di altri artisti che a differenza di lui non hanno raggiunto la fama internazionale e che quindi oggi sono tristemente dimenticati.
Uno di questi nomi è quello di Anna Coleman Ladd che si trova un po’a metà strada tra la fama e il dimenticatoio. Il suo nome infatti è conosciuto dagli esperti o dagli amanti dell’arte solo per una delle sue tante creazioni.
LA CARRIERA DA PITTRICE
Quest’artista, di origini statunitensi, infatti ha creato molte opere artistiche, in diversi ambiti, senza mai raggiungere la fama. Dopo aver studiato arte a Parigi e a Roma provò a iniziare la carriera da pittrice, partecipando a diverse esposizioni ma senza successo. Tentò dunque di dedicarsi alla scultura, nuovamente senza successo. Provò anche a scrivere libri e anche opere teatrali (mai prodotte) ma niente, il mondo dell’arte non riusciva a notarla. Cercava disperatamente un posto nella storia dell’arte, ma la sua di arte non era apprezzata.
Poi dopo che si decise ad abbandonare quella carriera, arrivò improvvisamente la fama. Siamo negli anni della Prima guerra mondiale e Anna Coleman decise di seguire il marito (Maunard Ladd) a Parigi dove era stato chiamato come medico della croce rossa Americana. Fu proprio lì che la Coleman fece l’incontro che cambiò la sua vita.
LA GUERRA E I VISI DEI SOLDATI
Incontrò infatti Francis Derwent Wood, fondatore a Londra del Dipartimento di Maschere per visi sfigurati e aprì insieme a lui una struttura analoga anche a Parigi, con il nome di “Studio per le maschere ritratto”
In poche parole la Coleman divenne esperta nel studiare i visi delle persone, ogni linea e sfumatura per poi riprodurne una maschera. Perchè tutto ciò ? Perchè durante la guerra quei pochi soldati che tornavano a casa, tornavano con numerose ferite.
C’era chi tornava senza una gamba, chi senza un braccio e c’era anche chi tornava con il viso deturpato, da una bruciatura o da un’esplosione. E questo rappresentava la fine della propria vita sociale. Come si poteva uscire di casa con il volto sfigurato da bruciature e tagli ?
Il nobile lavoro della Coleman fu dunque quello di realizzare maschere che emulassero il viso dei soldati feriti, permettendogli di mostrare il proprio volto senza i segni della guerra. Per questo suo lavoro egli fu conosciuta come “La donna che restituì il sorriso ai soldati”. Per l’alto valore etico di quest’azione le fu anche riconosciuta la Legion d’onore da parte dello stato francese.
Lavorando quindi con argilla,plastilina, calchi in gesso e foto dei soldati precedenti alla guerra, la Coleman diede la possibilità a numerosi soldati di riprendere la propria vita sociale, di poter uscire liberamente di casa senza doversi vergognare del proprio viso, distrutto dalla guerra.
Queste maschere, realizzate con cura e precisione, avevano però un grande limite. I portatori infatti riguadagnavano il proprio viso ma a costo della propria espressività, a testimonianza di come gli orrori della guerra erano impossibili da cancellare.
Quella di Anna Coleman è dunque una storia di amore per il prossimo, di volontà di fare del bene e ci mostra come il successo per lei sia arrivato non mentre cercava di stupire il mondo con le sue opere, ma quando iniziò a lavorare per gli altri, per restituire il futuro e la speranza alle persone.
Il bene fatto a qualcuno viene sempre ripagato e nel caso della Coleman, che cercava di rimanere nella storia con le sue opere, lei è stata ripagata con quel tanto agognato posto nella storia dell’arte, mostrando a tutti che l’arte non solo stupisce e emoziona e che l’artista non è solo colui che dipinge o scolpisce, ma che l’arte può infondere bene e che l’artista può donare speranza.