L’arte tessile, o “Fiber art”, è una corrente dell’arte contemporanea che sta diventando sempre più conosciuta e apprezzata da musei e collezionisti.
Per il grande pubblico, invece resta tuttora spesso sconosciuta e poco approcciabile.
Oggi abbiamo deciso di fare 7 domande introduttive a una delle più importanti voci italiane per l’arte tessile, Barbara Pavan.
Già precedentemente abbiamo affrontato l’arte tessile con l’intervento “Nuvole Solitarie” avvenuto a Bergamo, oggi invece solletichiamo la curiosità dei nostri lettori con le domande che più spesso si sentono fare dal grande pubblico.
1. Cosa si ci deve aspettare a una mostra di “arte tessile”?
“Arte tessile” è una definizione molto generica che lascia spazio a diverse interpretazioni e non sempre troppo precise. Dunque è bene capire cosa intenda con “arte tessile” chi propone la mostra.
2. L’arte tessile è arte contemporanea, come un quadro o una scultura?
Diciamo, più correttamente, che il tessile può essere un medium ed un linguaggio dell’arte contemporanea al pari della pittura, della fotografia, della scultura, ecc. Come ogni mezzo e linguaggio dipende da chi e come lo impiega se poi diventa arte o qualcos’altro.
3. Un vestito nel mio armadio, un tappeto, la coperta che mi piace molto cucita dalle mie nonne: perché non sono anche quelle arte tessile?
Con la definizione di arte tessile – o arti tessili – tradizionalmente si indicano i mestieri o le applicazioni che impiegavano le fibre per realizzare oggetti d’uso oppure di decorazione.
E dunque se applichiamo questo criterio possiamo definire la tua coperta, il tappeto e l’abito manufatti di arte tessile.
Se invece parliamo di Fiber Art il discorso si complica perché, pur rimanendo nell’ambito dell’impiego delle fibre, ne intendiamo l’utilizzo come medium artistico e dunque che esclude la funzione dell’oggetto a favore dell’estetica (non nel senso decorativo), della cifra astratta del contenuto e del significato nonché del valore del processo di realizzazione e della sperimentazione di nuovi alfabeti e forme inedite.
4. Ma si può mettere un’opera tessile in casa? Non la scambiano per qualche vestito appeso?
L’arte sfugge spesso a catalogazioni e etichettature nette. Oggi più che mai i diversi linguaggi sono più fluidi e aperti a contaminazioni. Così troviamo opere di “arte da indossare” e, naturalmente, opere tessili che invece sono installazioni, sculture o opere bidimensionali (arazzi ad esempio) immediatamente riconoscibili come opere d’arte. È, secondo me, il talento dell’artista la misura dell’arte.
5. C’è un momento storico di inizio dell’arte tessile come la consideriamo oggi?
Ritengo che con il Bauhaus e con Anni Albers in particolare l’arte tessile ha fatto il suo ingresso a tutti gli effetti nell’arte moderna conoscendo poi alterne fortune fino ad arrivare alla Fiber Art, un termine nato nel secondo dopoguerra per indicare artisti il cui lavoro manuale/artigianale svincolato dalla funzione diventava parte integrante del significato dell’opera d’arte.
6. In inglese si sente parlare di “textile art” e di “fiber art”. C’è differenza?
Come abbiamo visto fin qui “textile art” è la versione inglese di “arte/i tessile/i” e quindi, storicamente, include i mestieri e le professioni che riguardano la produzione di manufatti che hanno una funzione pratica e/o decorativa, un insieme di abilità tecniche e/o tecnologiche e creatività applicate nell’ambito dell’artigianato, della decorazione, dell’hobby.
La Fiber Art invece è l’utilizzo delle fibre come mezzo per realizzare opere d’arte, dunque affrancate da ogni funzione inclusa quella meramente decorativa. Nella Fiber Art la stessa attività manuale dell’artista e i materiali sono spesso parte integrante del significato complessivo dell’opera.
È pur vero che recentemente talvolta viene utilizzato il termine “Textile Art” anche in ambito artistico per indicare opere realizzate con tecniche di tessitura o di intreccio – come gli arazzi ad esempio.
7. Sei nomi di artist* di arte tessile da conoscere assolutamente
Difficile sceglierne soltanto sei.
Direi di partire dalla già citata Anni Albers.
E poi Sheila Hicks,
Magdalena Abakanowicz,
Ernesto Neto,
e gli italiani Alighiero Boetti e Maria Lai.
Chi è Barbara Pavan, curatrice e appassionata di Fiber Art
Sono cresciuta a Biella, terra di filati e tessuti. Mi sono occupata lungamente di arte contemporanea, dopo aver trasformato una passione in una professione.
Ho curato mostre, progetti espositivi, manifestazioni culturali, cataloghi e blog tematici, collaborando con associazioni, gallerie, istituzioni pubbliche e private.
Da qualche anno la mia attenzione è rivolta prevalentemente verso la fiber art, un linguaggio contemporaneo che asseconda un antico e mai sopito interesse per i tappeti ed i tessuti antichi.
Curo un blog specializzato e sono nella redazione di ArteMorbida Textile Arts magazine, rivista bilingue internazionale dedicata al tessile in ambito artistico.
1 commento su “7 domande che tutti fanno sull’arte tessile, con Barbara Pavan”
Pingback: In arte i colori ci emozionano perché sono un rimedio al tempo - NonSoloWork BLOG