5 opere d’arte che parlano di guerra (e ci interrogano)

5 opere d'arte che parlano di guerra (e ci interrogano)

5 opere d’arte che parlano di guerra (e ci interrogano). Gli artisti da sempre hanno reagito alla guerra con l’unica azione che potevano concepire: creare altra arte. Oggi voglio proporvi una brevissima scelta di opere famosissime, che sicuramente avete già visto decine di volte (alcune anche centinaia di volte), ma che possono essere utili a capire qualcosa in più sul nostro sguardo, ruolo e ipocrisia davanti alle guerre.

La Battaglia di San Romano

5 opere d'arte che parlano di guerra (e ci interrogano)

La prima opera che vi propongo è di Paolo Uccello. E’ la Battaglia di San Romano, opera che vi farà tornare sui banchi di scuola. Questo trittico è studiato più come lezione di prospettiva che per l’oggetto trattato, con le lance a terra a fare da linee di forza e lo stordimento dei sensi che può essere ricondotto all’ordine dal nostro sguardo.

Fu commissionata da Lionardo di Bartolomeo Bartolini Salimbeni ed eseguita intono al 1438. La battaglia è descritta in tre atti: Niccolò da Tolentino alla testa dei fiorentini (oggi alla National Gallery di Londra), Disarcionamento di Bernardino della Carda (qui riprodotta e visitabile agli Uffizi), Intervento decisivo a fianco dei fiorentini di Michele Attendolo (Louvre di Parigi).

Nel percorso che stiamo facendo l’opera di Paolo Uccello rimane sola, in contrapposizione con ciò che segue.

3 Maggio 1808

Goya

Segue Goya, il grande Goya, e la guerra moderna. Già l’abbiamo trattato in merito alla guerra, con un’opera probabilmente non sua, IL COLOSSO. Sua è invece la tela “3 Maggio 1808”, anche conosciuta come “El tres de mayo de 1808 en Madrid” o “Los fusilamientos de la montaña del Príncipe Pío” o “Los fusilamientos del tres de mayo“.

Viene realizzata nel 1814, quando l’artista ha già 68 anni, oggi è al Prado di Madrid. Rappresenta una fucilazione senza pietà. Le vittime sono identificabili nelle truppe madrilene e il plotone di esecuzione è composto da reparti dell’armata francese in suolo spagnolo durante l’occupazione del 1808, in occasione della guerra d’indipendenza spagnola.

Guernica

5 opere d'arte che parlano di guerra (e ci interrogano)

Si dice che proprio dall’opera precedente Pablo Picasso abbia fatto nascere forse il simbolo stesso dell’opera d’arte contro la guerra. ‘Guernica’ di Picasso è diventato per eccellenza il quadro delle conseguenze della guerra. Altri esperti, più inclini a scorgere la furbizia dell’artista, spesso effettivamente davanti alla sua coerenza, ci dicono che il quadro era precedentemente relativo a una corrida ma che, informato del bombardamento della città di Guernica, l’artista abbia apposto i giusti cambiamenti e particolari per renderlo reattivo proprio al bombardamento.

Il bombardamento della città di Guernica durante la guerra civile spagnola avvenne il 26 aprile 1937. A fine Giugno l’opera era pronta per il padiglione spagnolo dell’esposizione universale di Parigi. Guernica girò poi tutto il mondo come denuncia e ricordo delle vittime della guerra, di ogni guerra.

La Guerra

5 opere d'arte che parlano di guerra (e ci interrogano)

‘La Guerra’ è un’opera sconvolgente di Otto Dix. La compose tra il 1929 e il 1932. Nei libri è anche riportata come “Il trittico di guerra di Dresda” ed è composta da quattro pannelli con predella, particolare tuttaltro che marginale.

La sua complessa struttura lignea è infatti una diretta citazione dei grandi trittici religiosi del Rinascimento del Nord, come in Matthias Grünewald. I santi lasciano il posto alle marce in maschera anti gas, le reliquie sono coperte per essere dimenticate, le apparizioni… quelle rimangono ma portano esplosioni.

Infiltrazione omogenea per pianoforte a coda

Ogni lavoro di Joseph Beuys parla inevitabilmente della guerra. ‘Infiltrazione omogenea per pianoforte a coda’ non scappa da questa tematica. L’artista era pilota della Luftwaffe durante il secondo conflitto mondiale. Nel 1943 precipita sui territori deserti della Crimea e viene salvato da una tribù di tartari che curano le sue ferite con impasti di grasso animale e antiche tecniche sciamaniche.

Saprei dire poco di quest’opera, se non l’imbarazzo che provoca una guerra che rende necessario zittire e salvare con mezzi di fortuna ciò che reputiamo nobile.

5 opere d’arte che parlano di guerra (e ci interrogano)

Ora possiamo vedere quanto la prima opera, quella di Paolo Uccello, sia distante da tutte le seguenti. Nella guerra moderna ogni senso viene perso. Il disordine e la violenza si presentano all’individuo come calamità troppo complessa per non essere dirompente e distruttiva di ogni ordine. Però l’arte ha sempre diversi livelli per parlare allo spettatore.

Un filo molto sottile e potente unisce il nostro sguardo a quello dell’artista. Davanti a un’opera d’arte non siamo mai solo spettatori. L’artista ha creato quel disordine e noi, ogni volta che ci approcciamo all’opera, facciamo involontariamente coincidere parte del nostro sguardo alla sua funzione di demiurgo. Noi reinventiamo l’opera ogni volta che la guardiamo. Anche se ci piacerebbe poterci mettere totalmente dalla parte delle vittime, l’opera d’arte non ci concede questo privilegio e, volenti o nolenti, ci pone anche dalla parte del creatore della violenza.

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