5 curiosità sugli aborigeni che non sapevi. Questo mese abbiamo voluto portarvi un po’ in giro per l’Australia facendovi scoprire la sua arte, Tra le cose più importanti da conoscere c’è la cultura aborigena, e oggi vi facciamo scoprire delle curiosità che, forse, non sapevate.
Vediamo allora insieme 5 curiosità sulla cultura aborigena, ottime per fare bella figura tra amici o per farci venire voglia di fare un bel viaggio.
5 curiosità sugli aborigeni che non sapevi. Il nome aborigeni era per gli italiani!
Il termine aborigeno non è in alcun modo legato all’Australia inizialmente. Deriva infatti dal latino aborigines e vuole dire originario di quel luogo, indigeno. Pensate che tra i primi a essere chiamati così erano le popolazioni dell’Italia centrale, poi saranno gli inglesi a scegliere questo vocabolo anche per le popolazioni colonizzate dell’Australia.
Questa scelta di nome, purtroppo, ebbe la meglio su qualsiasi definizione autoctona e col tempo è sempre meno accettata dai diretti interessati. Non c’è, però, un unico sostituto: le lingue sono moltissime e ognuna propone nomi diversi. Arelhe, anangu, yapa, koori, murri, palawah.., questi solo alcuni degli esempi che troverete.
Il mondo è stato creato dal canto degli aborigeni
Gli aborigeni (scusate se continueremo a chiamarli così, nonostante ciò che abbiamo appena detto, tuttavia non avremmo un termine unico preferibile) credono a un tempo prima del tempo. Nel loro culto è fondamentale l’Epoca o Tempo del sogno, un periodo che avvenne prima della creazione del mondo stesso. Durante questo non-tempo tutte le tribù si spostavano insieme nel territorio e ogni cosa che accadeva era sperimentata per la prima volta e non si ripeteva. Le tribù imprimevano la memoria di questi eventi nella terra attraverso il canto, così nascevano alberi, animali, acque e rocce. Il canto creò tutto il mondo.
Si orientano in modi segreti e tramandati
E’ proprio ripercorrendo questi primi e antichissimi sentieri, tracciati dai primi uomini con il canto, che si giunge alla consapevolezza estrema. A questo viaggio, chiamata Via dei Canti, si affiancano le Piste dei Sogni, ovvero il seguire i sogni che si rivelano conduttori e rivelatori. L’unione di questi due sentieri porta alla sacralità del tutto e a diventare nuovi uomini primitivi.
Tutto questo potrebbe sembrare, a un orecchio occidentale, simbolismo mitico, ma è un fatto che i capi aborigeni si sappiano orientare perfettamente nei vasti territori senza l’ausilio della nostra tecnologia. E’ probabile che una forte tradizione orale tramandi le vie degli antichi, identificandole in linee geografiche o portando in essere una conoscenza esperienziale e unica del territorio.
Nessuna lingua scritta
Per quanto è dato sapere non esiste una lingua scritta tra gli aborigeni. Le informazioni sono tramandate attraverso i dipinti e i disegni. L’arte pittorica può essere rupestre ma anche corporea, e tutt’oggi nelle cerimonie ogni ruolo è segnato da una colorazione diversa e segni sulla pelle. Questa tradizione pittorica ha anche aiutato a capire quanto veramente sia antica la civiltà aborigena, scoprendo una continuità con le pitture e incisioni rupestri dell’altopiano di Arnhem, nella zona settentrionale dell’Australia, risalenti a più di cinquantamila anni fa.
Più veloci di Bolt!
Alcuni studi sugli aborigeni antichi hanno evidenziato una presenza fisica media inaspettatamente competitiva. Gli aborigeni di 20.000 anni fa erano fisicamente tra gli homo sapiens più sviluppati mai apparsi sulla terra, imparagonabili a noi che, in confronto, rimaniamo puri dilettanti. La struttura fisica e le tracce che hanno lasciato parlano di individui capaci di correre fino a 37 Km/h (poco meno di Bolt nella sua migliore forma! E senza scarpette e piste apposite).
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