4 curiosità sul colore giallo nella storia dell’arte che non sapevi. Oggi lettura facile, da spiaggia. Mentre stiamo stesi al sole guardiamo alcuni dei quadri gialli più famosi.
Il giallo in arte è fondamentale, avremo modo di parlarne in articoli futuri e soprattutto di scoprire perché questo colore è un ‘unicum’ rispetto agli altri… ma tempo al tempo.
Iniziamo quindi “easy” con alcuni dipinti della storia dell’arte che hanno preso i giallo per le corna.
4 curiosità sul colore giallo nella storia dell’arte che non sapevi
KLIMT
Partiamo con un autore al massimo della celebrità oggi. E’ proprio così: Klimt non è mai stato più famoso a livello globale di oggi, almeno se ci basiamo sulle quotazioni dei suoi lavori. Questo irreprensibile professore ha ripreso il giallo nel suo concetto più antico, come colore più vicino alla luce del sole, più vicino alla divinità e, quindi, alla fastosità.
Klimt riprende un uso dei gialli e dell’oro pre-cristiano, quando ancora non erano contrapposti tra loro (ne parleremo in Giotto). Il giallo come ultimo gradino cromatico prima dell’oro per ascendere le scale del tempio dei simboli.
VAN GOGH
Rimaniamo nei top della “storia emotiva” dell’arte. Come non fare un giro con Van Gogh?! Ossessionato dal giallo, molti studiosi (e medici) dicono che anche il giallo ebbe la sua parte di colpa.
Quando un cervello umano guarda il giallo emette tracciati diversi rispetto agli altri colori. C’è turbamento. Alcuni studiosi dicono che derivi ancora dall’uso che la natura ‘fa’ dei gialli: animali con questi colori segnano quasi inevitabilemente un nemico velenoso e dal quale tenersi alla larga. Sono come un allarme.
Il nostro Vincent usa i gialli quasi a costringere l’osservatore in una cappa di afa e persecuzione. Ogni panorama prende vita propria e l’energia del sole sembra animare e alleare le cose. Sarebbe troppo facile descrivere questa energia che percorre la natura guardando i cieli della “notte stellata”, ma non sarebbe neanche così sbagliato.
MIRO’
In Mirò il giallo è un grande palcoscenico del gioco. Se pensiamo a una persona involontariamente la mettiamo con fondo grigio o azzurro. Questo perché siamo abituati a concentrarci su un viso o su una silhouette in una stanza o all’aperto.
Mirò decide che il livello realistico del mondo è solo uno dei livelli. Come un teatrante di lungo corso sa che, cambiando la scena, bisogna cambiare la scenografia. Mette in mostra un mondo dove si diverte a giocare con forme e colori. Il gioco è la vera energia di questo universo, e spesso il giallo è il colore dove avviene tutto, il fondo accogliente.
GIOTTO
Salto all’indietro e arriviamo a Giotto. Perchè in Giotto Giuda è vestito di giallo?
Ricordate cosa abbiamo detto di Klimt? Che riprendeva un uso del giallo precristiano, non contrapposto all’oro. Infatti nella simbologia cristiana il giallo diventa un colore impuro, proprio perché così vicino all’oro, il colore del divino. Per capirci: se a una gara arrivi 32esimo, pace!, hai poco a che fare con il vincitore. Ma se arrivi secondo sei il contraltare del vincitore, sei lo sconfitto per eccellenza. Ecco che il giallo diventa il più clamoroso caso di differenza dall’oro, e Giuda è il portatore (poco)sano di questo simbolo.
Alla prossima con un’altra carrellata di immagini da spiaggia…